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La VERA differenza tra Champagne e Franciacorta

Di Redazione


Due bollicine, stesso metodo di produzione, entrambe godono del riconoscimento di una propria denominazione controllata.

Ma allora abbiamo già risposto e possiamo dire che il Franciacorta è lo Champagne italiano, giusto?

E invece no!

Dietro le indiscutibili somiglianze c'è un mondo, anzi un terroir, di differenza.

bottiglie champagne


Franciacorta vs Champagne, episodio I: e se gli Italiani avessero inventato il vino frizzante?


Partiamo da quello che sappiamo con certezza: sia lo Champagne che il Franciacorta sono prodotti utilizzando il methode Champenoise o metodo classico (questa seconda dicitura è d'obbligo da quando champenoise può essere legalmente utilizzato per i soli vini frizzanti prodotti nella Champagne).

Senza andare a impelagarci in lunghissime spiegazioni sul metodo classico, ripassiamolo al volo:

si tratta di un metodo di produzione che prevede una doppia fermentazione. La prima avviene normalmente, come per qualsiasi vino. Quando però il vino viene imbottigliato, gli si aggiunge una miscela di vino, zucchero e lieviti detta liquer de tirage. Dopodiché si tappa il vino e si attende che il liquer faccia la sua magia facendo partire una seconda fermentazione, o rifermentazione in bottiglia e sviluppano naturalmente la CO2, ovvero l'anidride carbonica.

Come abbiamo detto, sia Champagne che Franciacorta sono prodotti con questo metodo e qui la differenza è poca.

Eppure, si parla di methode Champenoise e non metodo Franciacortino, questo perché si pensa che il vino frizzante di alta qualità sia stato inventato appunto nella Champagne, probabilmente da Dom Pierre Pérignon.

Oggi però abbiamo qualche testimonianza in più, che dimostra che in Franciacorta di vini frizzanti, o come si diceva allora "vini mordaci", se ne parlava già nel 1570, prima del lavoro del famoso Dom francese!

Infatti, proprio in Franciacorta fu pubblicato dal medico bresciano Gerolamo Conforti un libro sui vini italiani a fermentazione naturale e i loro effetti sull'uomo. Il titolo non lasciava spazio a dubbi: "Libellus de vino mordaci" dove mordace indica appunto la frizzantezza.

Ecco quindi una possibile prima differenza: forse di bollicine in Franciacorta se ne producevano già prima che nella Champagne!

N.B. visto che la storia dello Champagne è un mix tra fatti e leggende, è difficile esprimere un giudizio definitivo sulla sua invenzione.

terroir franciacorta


Franciacorta vs Champagne, episodio II: due terroir diversissimi


Veniamo ora alla differenza clou: il terroir!

Ti è mai capitato di trovare conchiglie in montagna? Nella Champagne può capitare, visto che fino a 90 milioni di anni fa la zona era ricoperta dalle acque di un oceano.

Il terroir della Champagne

Proprio a causa delle origini marittime, i suoli della Champagne sono per lo più sedimenti calcarei, quindi abbondanza di gesso, marne (mix di argilla e calcare) e appunto calcare.

Questi sedimenti sono perfetti per la viticoltura, perché sia il gesso che l'argilla sono degli ottimi serbatoi d'acqua e sono sufficientemente friabili da permettere alle radici delle viti di andare in profondità per dissetarsi durante la stagione calda.

A proposito di caldo, le estati della Champagne non sono calde come quelle tipiche delle zone climatiche dette "continentali", visto che sono in questa parte della Francia giungono correnti fresche dall'oceano.

Una curiosità: la Champagne è per un pelo nell'area adatta alla viticoltura, per l'esattezza si trova a una latitudine di 49°5 gradi nord, 0,5 gradi di distanza dalla fatidica latitudine di 50°, oltre cui la viticoltura diventa quasi impossibile.

Riassumendo: pur trovandosi molto a nord, la Champagne ha un terroir ideale per la viticoltura e la produzione di vini frizzanti, infatti il clima non troppo caldo permette di dar vita a vini dalla spiccata acidità e non troppo alcolici, candidati perfetti per la seconda fermentazione e il successivo affinamento in bottiglia.

Il terroir della Franciacorta

A differenza della Champagne, la zona della Franciacorta deve la ricchezza dei suoi suoli al progressivo formarsi di una morena, che in parole semplici è l'accumulo di detriti rocciosi che scendono a valle per il progressivo scivolamente di un ghiacciaio.

Questo significa che il suolo attuale della zona non è composto dal calcare, ma piuttosto da sabbie e limo (polveri rocciose che portano con sé anche materiali organici).

Altro dettaglio importante è la presenza del Lago d'Iseo che rinfresca le estati torride della zona di Brescia e d'inverno impedisce al clima di farsi troppo rigido, preservando i vigneti.

Riassumendo: una temperatura più calda e un suolo sabbioso rendono la Franciacorta un territorio perfetto per la viticoltura, offrendo vini leggermente più alcolici, poiché la maturazione è più rapida, e più aromatici rispetto alle controparti della Champagne (senza contare la differenza nei vitigni utilizzati per la produzione dei vini e il ruolo giocato dalle cuvée, come vedremo tra poco).

vitigni champagne e franciacorta


Franciacorta vs Champagne, episodio III: vitigni, affinamento e caratteristiche organolettiche


Eccoci al bivio più importante. Perché per quanto per un vino si possa parlare di terroir e storia, alla fine a decidere sono i nostri sensi, olfatto e palato.

I vitigni dello Champagne

Partiamo dallo Champagne. Il disciplinare stabilisce che gli unici vitigni ammessi sono tre:

  • Pinot noir
  • Pinot Meunier
  • Chardonnay

La loro diffusione varia molto, ad esempio il Pinot Noir, varietà a bacca rossa, è molto più coltivato nella zona della Montaigne de Reims mentre lo Chardonnay nei dintorni di Epernay.

I vitigni del Franciacorta

Il disciplinare che regola la DOCG Franciacorta ammette quattro vitigni per la produzione dello spumante lombardo:

  • Chardonnay
  • Pinot Bianco fino a un massimo del 50%
  • Pinot Nero
  • Erbamat fino a un massimo del 10%

La differenza tra Champagne e Franciacorta in base ai vitigni

E qui risaltano già due differenze, entrambe dovute al diverso terroir di Champagne e Franciacorta.

Infatti l'Erbamat è un vitigno autoctono lombardo, usato molto raramente in passato ma che oggi è un alleato dei viticoltori franciacortini messi in difficoltà dal cambiamento climatico. Infatti il progressivo riscaldamento del clima lombardo fa sì che coltivare un vitigno a bacca bianca come lo Chardonnay diventi sempre più difficile, in quanto il vino matura troppo e perde l'acidità necessaria per essere spumantizzato (questo cambiamento è anche tra i motivi dell'introduzione delle due doc di vini fermi, Curtefranca Rosso DOC e Curtefranca Bianco).

La soluzione? Usare l'Erbamat, vitigno autoctono molto acido e ben adattato al terroir franciacortino. Stesso discorso con il Pinot Bianco, che in Lombardia ha trovato un terreno adatto alla sua coltivazione.

Ma il clima gioca una parte importante anche nelle caratteristiche espresse dagli altri vitigni, a bacca bianca e rossa. Il Pinot Nero e lo Chardonnay coltivati in Franciacorta spingono più sugli aromi di frutta, note di agrumi, note floreali e i vini da essi prodotti sono in media più profumati e leggermente più alcolici.

Mentre gli Champagne, ma qui stiamo generalizzando tanto, hanno una maggiore acidità e spingono in modo più marcato sulle note minerali.

E invece le cuvée?

A questo punto è importante fare un altro brevissimo ripasso: per capire davvero la differenza tra Champagne e Franciacorta è importantissimo il concetto di cuvée.

Cos'è?

Una cuvée è un assemblaggio di vini realizzati a partire da varietà di uve provenienti da diverse parcelle o anche con uve differenti. Attenzione: una cuvée può anche essere millesimata qualora i vini di base utilizzati per l'assemblaggio siano tutti della stessa annata.

Qui non c'è differenza, sia i Franciacorta che gli Champagne sono realizzati grazie alla raffinata arte dell'assemblaggio, della cuvée appunto.

MA...

Nella Champagne è dai tempi di Dom Pierre Pérignon che l'arte dell'assemblaggio dei vini prodotti dalle diverse aree della regione viene meticolosamente perfezionata.

Quindi, qual è la differenza tra Champagne in Franciacorta in base alla cuvée?

Le grandi Maison, come Ruinart o Moet, hanno fatto della cuvéè un'arte, riuscendo a produrre Champagne dalle caratteristiche costanti nel gusto e nella qualità annata dopo annata, favorendo l'affermazione in tutto il mondo di un gusto iconico e specifico per lo Champagne di ogni maison.

In Franciacorta l'utilizzo della cuvée è sì diffuso, ma gli spumanti della zona presentano una maggiore diversificazione tra loro, offrendo un gusto meno standardizzato ma anche meno replicabile di annata in annata, nel bene e nel male.

L'età conta?

Anche qui partiamo da una somiglianza di base. Sia gli Champagne che i Franciacorta devono, da disciplinare della denoninazione di origine controllata, affinare in bottiglia, e sui lieviti, per un periodo di tempo minimo di 18 mesi per il Franciacorta e di 15 mesi per lo Champagne.

Nella realtà, per entrambi i vini l'affinamento dura molto di più, due, tre o anche più anni per le bottiglie più pregiate.

In questo caso la differenza organolettica è meno marcata, poiché gli aromi terziari, quelli generati dall'affinamento (come i tannini ceduti dalle barrique) sono simili. Sia per Franciacorta che Champagne, avremo aromi di pan brioche, crosta di pane e appunto di lievito, dovuti all'affinamento "sur lies" (sui lieviti appunto).

maison champagne


Franciacorta vs Champagne, episodio IV: marketing e produzione


Ed eccoci alla fine di questa sfida tra Champagne e Franciacorta.

In quest'ultimo paragrafo andremo a concentrarci su un aspetto legato più alla percezione di un vino, che non al suo effettivo profilo gustativo e aromatico.

I volumi di Franciacorta e Champagne: Davide contro Golia?

La risposta è sì. Nel 2022 sono state vendute 326 milioni di bottiglie di Champagne in tutto il mondo.

E il Franciacorta?

Qui la differenza è abissale, parliamo di 20,2 milioni di bottiglie vendute nel 2022.

Se poi diamo un'occhiata ai produttori, in Champagne abbiamo 16.000 vigneron (i coltivatori d'uva che poi la vendono alle grandi Maison, per approfondire puoi scoprire la differenza tra vigneron e maison de Champagne) che coltivano ben 280.000 parcelle.

In Franciacorta il consorzio che tutela la DOCG, nato nel 1993, conta ad oggi 200 soci tra viticoltori e vinificatori (tra cui figurano anche cantine a conduzione familiare).

La differenza tra Champagne e Franciacorta non è un male, ma sana "vino-diversità"


Nonostante le apparenti somiglianze, Champagne e Franciacorta sono due realtà profondamente diverse.

Lo Champagne è un gigante del mondo enologico, un simbolo del lusso e a tutti gli effetti uno status symbol, che però negli anni ha parzialmente perso il rapporto con il suo terroir, con le origini. La qualità del prodotto è indubbia, ma a favorire la diffusione dello Champagne è anche una macchina perfettamente oliata di marketing e comunicazione messa a punto nei secoli.

D'altro canto il Franciacorta sta vedendo il numero degli estimatori crescere anno dopo anno, anche all'estero. Inutile negarlo, la comunicazione fa il suo anche per questa bollicina, che in Italia è a sua volta un simbolo di eccellenza spumantistica e di eleganza. Ma, forse per la peculiarità del territorio e la sua estensione più ridotta, il legame tra terroir e vino non si è allentato come per lo Champagne.

Il futuro ci dirà se lo Champagne saprà ascoltare i suoi nuovi vigneron emergenti, più attenti al recupero di un legame con la voce nascosta nei coteaux ripidi e scoscesi su cui si coltiva la vite e se la Franciacorta riuscirà a bilanciare l'accresciuta popolarità con il legame con il territorio.

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