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Montepulciano d'Abruzzo: caratteristiche e storia del vitigno

Di Letizia Spettoli


Partiamo alla scoperta del Montepulciano d’Abruzzo, un rosso che ha saputo affermarsi con eleganza sulle tavole italiane e del mondo. 

Esplora con noi una denominazione che si estende tra mare e monti, scoprirne caratteristiche, differenze con il Vino Nobile di Montepulciano, e, ovviamente, gli abbinamenti vincenti a tavola.

Il terroir del Montepulciano d’Abruzzo: tra mare e terra

Quando e dove nasce la magia?

Sappiamo da molte fonti, da Ovidio a Polibio, delle origini antichissime della viticoltura in Abruzzo. E la ragione è senza dubbio la sua vocazione a dare grandi vini rossi in particolare ma anche bianchi di pregio, capaci di farsi apprezzare in tutta Italia.

Incastonato tra il mare Adriatico e i massicci del Gran Sasso d’Italia e della Majella, il territorio abruzzese gode di forti escursioni termiche diurne, una buona ventilazione, lunghe ore di sole, e il giusto drenaggio. Questo permette alla vite di prosperare in un microclima ideale dove dà il meglio di sé.

Al giorno d’oggi il vitigno Montepulciano si è esteso a tutta la fascia collinare litoranea e pedemontana, e i vini della Doc sono ottenuti unicamente da vigneti ubicati in terreni collinari o di altopiano.

Le zone e il vitigno del Montepulciano d’Abruzzo Doc

La Doc Montepulciano d’Abruzzo, riconosciuta nel 1968, è molto estesa poiché la coltivazione è permessa in tutte e quattro le province abruzzesi. Sono contemplate 5 sottozone:Casauria o Terre di Casauria”, “Terre dei Vestini”, “Alto Tirino”, “Terre dei Peligni” e “Teate”.

L’uva che deve costituire almeno l’85% dell’assemblaggio è, come dice il nome, il vitigno Montepulciano (per la differenza con il Nobile di Montepulciano continua a leggere). 

È inoltre l’uva più diffusa e rappresenta più del 70% dei vitigni coltivati nella regione.

Il segreto del successo

È negli ultimi decenni che la denominazione Montepulciano d’Abruzzo ha iniziato a godere di grandissima fama nazionale e internazionale.

Le ragioni sono molteplici: 

  • la regolamentazione delle tecniche e delle zone voluta dal disciplinare della Doc ha permesso un miglioramento delle pratiche e di conseguenza della qualità dei vini;

  • grandissima spinta, poi, è stata data da mostri sacri della viticoltura, ormai vere icone dei rossi d’Italia, (Emidio Pepe, punto di riferimento del Montepulciano d’Abruzzo, e anche altri che vedremo fra poco) che hanno dimostrato con l’esempio delle loro etichette il potenziale di una grande denominazione.  

Caratteristiche organolettiche: Montepulciano d’Abruzzo nel bicchiere

Il Montepulciano è un vitigno vigoroso e mediamente tardivo, resistente e generoso. Porta con sé le caratteristiche organolettiche che riconosciamo nei vini della denominazione Montepulciano d’Abruzzo. 

Se bevuto giovane (da sei-otto mesi fino a diciotto mesi dalla vendemmia) si presenta con piacevolezza immediata e aromi di frutta rossa croccante. Se matura a lungo in botte arriva a toccare ottimi livelli di complessità e mostra la stoffa dei grandi.

Al calice si riconosce subito: rosso rubino intenso impenetrabile, gli inconfondibili profumi di frutti rossi come ciliegia e marasca, fiori e spezie si uniscono a un palato asciutto, robusto, tannico e di corpo.

Il Montepulciano d'Abruzzo Colline Teramane Docg, unica zona con riconoscimento Docg, prevede un minimo di 90% di Montepulciano e massimo 10% di Sangiovese. Deve essere invecchiato almeno due anni, di cui almeno un anno in botti di rovere o di castagno e sei mesi di affinamento in bottiglia. 

Le sue caratteristiche sono simili, ma più elegantemente definite. Il vino è di colore rubino intenso, a volte con lievi sfumature violacee, tendenti al granato con l’invecchiamento. Al naso si riconoscono i frutti rossi, al palato è secco, giustamente tannico, armonico e vellutato. 

vigneti montepulciano abruzzo


I grandi protagonisti del Montepulciano d’Abruzzo

Le migliori cantine produttrici di Montepulciano d’Abruzzo sono quelle che con la loro maestria hanno saputo dare una svolta decisiva alla fama della denominazione intera. Ecco due dei grandi nomi, must della regione.

Gianni Masciarelli: Montepulciano d’Abruzzo e altri vitigni per raccontare il territorio

Gianni Masciarelli è uno dei produttori che ha contribuito a plasmare la fama dei vini abruzzesi per come li conosciamo oggi. Il suo sogno di produrre grandi vini locali si è avverato grazie al lavoro d’innovazione nel rispetto di ambiente e tradizione.

Gianni ha avuto la fortuna di trovare una compagna di strada e di vita, Marina Cvetic, con la stessa sensibilità. A lei ha dedicato la famosissima linea omonima Marina Cvetic, per dare una visuale inaspettata sul panorama enologico abruzzese con anche quattro vitigni internazionali a interpretare il territorio. 

La linea ammiraglia dell’azienda, Villa Gemma, invece esprime la ricerca stilistica per eccellenza di Masciarelli. Questi vini sono prodotti da vigneti tra i 200 e i 450 metri d’altitudine sulle colline nei dintorni di Chieti.

Con le sue bottiglie Masciarelli sigilla il suo impegno verso l'eccellenza, regalandoci vini che sono non solo ambasciatori di un territorio, ma anche ambasciatori di una tradizione vinicola che continua a stupire e incantare.

Edoardo Valentini: rarità e qualità senza compromessi

Grandissimo fautore del successo dei vini d’Abruzzo è anche Edoardo Valentini, il cui testimone è stato raccolto dal figlio Francesco Paolo. Montepulciano d’Abruzzo, Cerasuolo d’Abruzzo, e soprattutto Trebbiano d’Abruzzo.

Seppur senza certificazioni di biologico o biodinamico, l’approccio Valentini è altamente artigianale, naturale e alla ricerca di una qualità senza compromessi: infatti se l’annata non rispetta le condizioni ideali ricercate, il vino non verrà immesso sul mercato.

Seguendo lo stesso pensiero che fece anche Emidio Pepe, Edoardo Valentini, e suo figlio dopo di lui, è stato un amante del sistema di coltivazione a pergola abruzzese. Per evitare la surmaturazione dell’uva, rischio molto presente con il sole abruzzese, le foglie delle piante vanno a formare un vero e proprio tendone che getta ombra sulle uve riparandole.

Il Montepulciano Valentini è di una rarità incredibile. Basti pensare che per ettaro la resa è di poche centinaia di bottiglie e che il Montepulciano esce soltanto nelle annate considerate perfette. 

È apprezzato come un vero simbolo del made in Abruzzo. Scopri di più su Valentini con il video-focus sul nostro canale YouTube.

La differenza tra Vino Nobile di Montepulciano e Montepulciano d'Abruzzo

Perché si chiama Montepulciano d'Abruzzo? Cosa c’entra la città di Montepulciano? Il garbuglio tra il vino abruzzese e quello toscano ha causato molta confusione nel tempo ed è la ragione per cui si ha questa quasi omonimia.

Per secoli si è creduto che l’uva utilizzata a Montepulciano e quella abruzzese fossero la stessa. È però ormai assodato che quella di Montepulciano sia il Prugnolo Gentile, un clone del Sangiovese, mentre invece per il rosso abruzzese si tratti dell’uva Montepulciano, come abbiamo visto sopra.

Abbinamenti con il Montepulciano d’Abruzzo: arrosticini e oltre

Con la cucina regionale non si sbaglia mai: Montepulciano e arrosticini sono sicuramente un’accoppiata voluta dal destino. Anche brasati di pecora e cacciagione.

Uscendo dalla sua regione di origine, puoi provare un abbinamento con la pasta al sugo di pecora alla sarda, o un cinghiale in dolceforte alla toscana, o dei crostini ai fegatini toscani, o anche il fegato alla veneziana: insomma qualunque ricetta di carne dal sapore intenso, un po’ selvatico, e magari con un retrogusto amarognolo.

Per i formaggi, l’unica accortezza è di fare attenzione ai più stagionati con una propensione al piccante che potrebbe entrare in conflitto con i tannini muscolosi del Montepulciano d’Abruzzo. 

Un esempio di abbinamento molto riuscito potrebbe essere una buche de chèvre francese, ma dai pure libero sfogo alla fantasia.

Con le sue note fruttate e la struttura equilibrata, il Montepulciano d’Abruzzo si rivela un compagno versatile a tavola, capace di accompagnare con carattere i piatti della tradizione e le innovazioni culinarie. Un vino che, tra mari e monti, ha saputo conquistare l'Italia, un sorso alla volta. 

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