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Timorasso

Dove nasce il Timorasso? Il Timorasso è un vitigno autoctono piemontese a bacca bianca della zona dei Colli Tortonesi, coltivato soprattutto nelle Valli Curone, Grue, Ossona e in Val Borbera: aree che, soleggiate e riparate dal vento, sono particolarmente apprezzate dai produttori del Timorasso. La sua coltivazione si estendeva un tempo su un territorio molto più vasto, mentre oggi è autorizzata soltanto nelle province di Asti e Alessandria, in aree che non superano tutte insieme i 60 ettari. Si tratta di un vitigno resistente agli eventi atmosferici e alle malattie, ma caratterizzato da una produzione incostante e da una vinificazione difficile. Le bottiglie che produce sono però pregiatissime e poche – non più di 400.000 l’anno – e rendono quest’ottimo vino appannaggio esclusivo di veri intenditori.

Quali sono le caratteristiche del Timorasso? Il vino Timorasso è un vino bianco di buona struttura, asciutto e abbastanza corposo da essere definito “il bianco che più assomiglia a un vino rosso”. È un vino complesso, color giallo paglierino, che bilancia lo spessore salino con una sottile finezza. All’olfatto il Timorasso ha un odore fruttato, di susine, agrumi e cedro, affiancati a cera d’api, miele, erba aromatica e fiori, ma anche sentori minerali di pietre e rocce. Rocce distillate e calcare si sentono anche all’assaggio, un sapore minerale con una buona acidità che lo rendono persistente ed elegante: facile da bere e allo stesso tempo un raffinato fuoriclasse che eccelle quando lasciato invecchiare a lungo.

Qual è la storia del Timorasso? Le prime attestazioni del Timorasso risalgono a un trattato di agronomia do Pietro de’ Crescenzi del XIV secolo, e la sua coltivazione in provincia di Alessandria è probabilmente ancora più antica. Sappiamo che questo vino fu apprezzato addirittura da Leonardo da Vinci, che ne fece dono a Isabella di Aragona per il suo matrimonio, accompagnato da un antico formaggio di zona con cui si sposava particolarmente bene, il Montebore. A causa della sua delicatezza – le piante sono infatti molto vulnerabili a marciumi e i grappoli sono facilmente attaccati dalle muffe – il vitigno Timorasso è stato gradualmente abbandonato nel corso dei secoli, finché l’epidemia di fillossera della vite non ne soppiantò le ultime coltivazioni. Sarebbe probabilmente del tutto scomparso se non fosse stato per l’iniziativa di Walter Massa e altri vinaioli della zona di Tortona, che negli anni Ottanta avviarono un’operazione di recupero di questo delicato vino bianco piemontese e, sulla fine del decennio, riuscirono a produrre le prime poche migliaia di bottiglie del “nuovo” vino Timorasso. Oggi le cantine di Timorasso sono arrivate a una trentina: dai Vigneti Massa a Claudio Mariotto, passando per Fontanafredda, Vigneti Repetto, Luigi Boveri e La Colombera, il Timorasso si sta affermando sempre di più tra i produttori piemontesi.

Che cosa abbinare al Timorasso? Il gusto fresco e armonico del Timorasso, e in particolare del Timorasso Colli Tortonesi DOC, è particolarmente adatto ad accompagnare a salumi, risotti di vari tipi, portate a base di carni bianche e carni bollite o marinate. La sua corposità lo rende appropriato non solo ad aperitivi e antipasti, ma anche a essere servito – possibilmente a una temperatura di 14°C – assieme a formaggi saporiti, funghi, crostacei, molluschi, alici e piatti al tartufo.

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