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Storia e caratteristiche organolettiche del vino Soave

vigneti Soave Veneto

Il Veneto è una terra benedetta per quanto riguarda la viticoltura. C'è di più, però, delle denominazioni ultrafamose come Prosecco o Amarone della Valpolicella. Tra le colline a est di Verona infatti c'è una zona storica in cui da sempre si fa vino: è la denominazione Soave, che adesso andiamo a scoprire.

La storia del Soave, dai Romani alla Doc

La storia del Soave inizia molto tempo fa. Da numerosi documenti si sa che la terra vulcanica di Soave era ampiamente utilizzata per la viticoltura fin dai tempi dei Romani. Soave infatti era un centro importante durante l'Impero Romano, situato lungo l'antica Via Postumia. A quel tempo, sia i vini Soave che Recioto erano chiamati "Retico". 

Come si sia arrivati al nome Soave non si sa per certo. Forse viene dagli scritti di Dante Alighieri durante il suo esilio a Verona, oppure, altra ipotesi, potrebbe essere stato influenzato dalla presenza di una tribù nordica che un tempo abitava la regione, gli Svevi.

Quello che si sa è che il Soave, per come lo conosciamo oggi, inizia a prendere forma nel 1800, quando si inizia a studiare il territorio e la qualità del vino, arrivando alla combinazione di Trebbiano di Soave e Garganega, considerata la migliore in termini di qualità.

Il secolo scorso vede la nascita di diverse cantine sociali e cooperative, per proteggere la storia e il terroir unico della regione, ed è nel 1924 che nasce il Consorzio Soave per la difesa del Vino Tipico Soave e salvaguardare la zona in crescita, mentre con l’aiuto dell’Istituto di viticoltura ed enologia di Conegliano viene avviata la ricerca scientifica nei vigneti. È infine nel 1968 che nasce la denominazione di origine Soave Doc.

Quali sono le uve usate per i vini di Soave?

Il Soave è prodotto principalmente dalle uve di Garganega. Secondo il disciplinare, i vini a denominazione di origine controllata "Soave" devono essere ottenuti per almeno il 70% dall'uva Garganega e per il restante 30% possono essere utilizzate uve di Trebbiano di Soave o Chardonnay. Inoltre, possono essere ammesse uve complementari provenienti da vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella provincia di Verona, fino a un massimo del 5%.

La Garganega è coltivata nelle colline del Soave da almeno un millennio ed è una delle varietà più antiche d'Italia. Le uve Garganega donano una varietà di caratteristiche organolettiche, che cambiano a seconda del tipo di suolo, dell'esposizione e delle tecniche di vinificazione. Ad esempio, un Soave proveniente da suolo basaltico può essere affilato, complesso e minerale, mentre un Soave proveniente da terreni calcarei può esprimere una morbida finezza con note di fiore bianco, albicocca, mela dolce e agrumi. In ogni caso, un elemento comune nei vini Soave è il finale leggermente ammandorlato.

Il Trebbiano di Soave, sebbene in passato sia stato quasi abbandonato a favore della Garganega, sta tornando a essere apprezzato e utilizzato nella produzione del Soave. Questa varietà è delicata e a bassa resa, ma può contribuire a conferire freschezza e delicate note floreali al vino. I grappoli di Trebbiano di Soave sono piccoli e maturano prima della Garganega, aggiungendo un ulteriore elemento di complessità e freschezza agli uvaggi dei vini Soave.

La pergola veronese

Nella zona del Soave c'è un sistema di allevamento che viene utilizzato con grande frequenza. È la tradizionale pergola veronese, che con la copertura che viene a creare con le foglie protegge i grappoli dai raggi solari.

Le zone di produzione del Soave e il loro patrimonio di suoli

La più grande particolarità dei vini di Soave si ritrova sicuramente nel terroir unico in cui nascono.

Qui i terreni sono estremamente diversi a seconda delle caratteristiche geologiche e del territorio. Nella zona centrale a est della Lessinia, si trovano le colline di origine vulcanica. Questi terreni sono formati da un substrato basaltico e presentano altitudini che variano dai 50 ai 500 metri sul livello del mare. Le colline vulcaniche sono caratterizzate da terreni con un contenuto di minerali elevato che rende il suolo particolarmente fertile. I vini prodotti su queste colline sono fragranti, freschi e dotati di una maggiore acidità. Presentano note di cannella, ciliegia e mandorla, risultato degli alti livelli di benzonoidi presenti nel suolo. Questi vini si distinguono per la loro intensità e struttura unica.

Nella zona occidentale della denominazione si trovano le colline calcaree, caratterizzate da un terreno poco profondo con un substrato fitto di roccia. Man mano che si scende verso la valle, il terreno diventa più fertile e profondo. Questa variabilità del substrato crea condizioni di crescita altamente eterogenee che, se ben gestite, possono essere vantaggiose per i produttori di vino. I vini prodotti su queste colline calcaree sono noti per la loro complessità aromatica, con note di frutta matura ed esotica. Gli alti livelli di norisoprenoidi conferiscono a questi vini aromi floreali e agrumati.

Nella Valle di Monteforte, una delle zone più fertili del Soave, si trovano i suoli non calcarei di origine vulcanica. Questi suoli presentano un alto contenuto di argilla e detriti vulcanici depositati dalle colline vulcaniche circostanti. Grazie alla permeabilità, i terreni argillosi sono più resistenti alla siccità. I vini prodotti su queste pianure vulcaniche presentano note di cannella, spezie, frutti di bosco e ciliegie. Le temperature stagionali al di sotto della media contribuiscono a conferire a questi vini un'elevata acidità, rendendoli particolarmente freschi ed equilibrati.

Infine, nelle pianure del Soave e di Colognola si trovano i terreni alluvionali, formati dai depositi portati a valle dalle alluvioni e dalle piene dei torrenti locali. Questi terreni sono principalmente composti da sedimenti fini, ma possono essere anche sabbiosi e rocciosi nelle zone dei torrenti. I vini prodotti su queste pianure calcaree si caratterizzano per la loro finezza aromatica e per un'intensità e persistenza difficili da trovare in altre zone del Soave. Gli aromi più comuni ricordano il profumo delle violette e dei fiori bianchi.

I comuni coinvolti nelle zone di produzione del Soave sono Soave, Monteforte, San Martino B.A., Lavagno, Mezzane, Caldiero, Colognola, Illasi, Cazzano, San Bonifacio, Roncà, Montecchia e S. Giovanni Ilarione.

I vini prodotti secondo il disciplinare sono quattro: Soave DOC, Soave Classico DOC, Soave Superiore DOCG e Recioto di Soave DOCG. La distinzione geografica può andare ancora di più nel dettaglio, però.

Negli anni 2000 inizia un progetto di zonazione che grazie a ricerche approfondite su terreni, clima, viticoltura e storia, ha identificato 33 nuove unità geografiche aggiuntive (Uga). Ogni Uga apporta caratteristiche distintive al vino e ha un proprio significato storico. Queste differenze geografiche sono fondamentali per tracciare con precisione i singoli vigneti "cru".

Le caratteristiche organolettiche del Soave

I Soave si producono vini bianchi, generalmente di colore giallo con riflessi verdognoli, che tendono a essere fruttati, floreali e speziati, con note di ciliegia e mandorla. Hanno buona intensità e pienezza gustativa, strettamente legate alle caratteristiche fisiche e minerali uniche dei terreni vulcanici di Soave.

Il Soave Classico è quello proveniente dalla zona di più produzione, il cuore tradizionale della regione. Ha profumi leggermente minerali e un gusto pieno e autorevole. È anche delicato ma molto aromatico, con sottili note vegetali, olfattive e retro-olfattive.

Gli abbinamenti con il Soave

I vini Soave sono noti per la loro versatilità nell'abbinamento con un'ampia gamma di preparazioni culinarie.

Quando si tratta di piatti a base di pesce, il Soave si abbina in modo eccezionale a crostacei e pesce alla griglia. La personalità fresca del Soave completa i sapori delicati dei frutti di mare.

Anche lato carne il Soave non si tira indietro, in particolare con carni bianche come il pollame, poiché le sue note leggere e fruttate forniscono un perfetto equilibrio con la ricchezza della carne.

La versatilità del Soave si estende anche ai formaggi stagionati. Il pairing più interessante però è probabilmente quello con la cucina giapponese. Le sue caratteristiche pulite e vibranti completano i sapori e le consistenze delicate di piatti come il sushi e il sashimi. Nel complesso, la capacità del Soave di armonizzarsi con una vasta gamma di creazioni culinarie lo rende una scelta fantastica per chi cerca un vino in grado di completare una varietà di piatti.