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AOC Coteaux Champenois: il lato tranquillo della Champagne

Di Chiara Bolzani


In Champagne, ormai conosciuta come terra di bollicine, convivono indisturbate, e sconosciute ai più, altre 2 Denominazioni oltre alla ben più nota Champagne AOC:

-Coteaux Champenois - in altre parole “vini di collina” per i vini fermi, non frizzanti, sia rossi che bianchi.

-Rosé des Riceys per il famoso - e costoso, perfino per gli standard della zona - vino rosato, sempre fermo.

Oggi approfondiremo questo curioso e inaspettato connubio: Champagne e vini fermi!

E se è vero che è nato prima l’uovo, qui sono proprio loro, i vini fermi, ad essere nati prima.

Prima che il mitico Dom (Pérignon) venisse designato come l’inventore del Méthode Champenoise, proprio in questo territorio vinicolo, il più settentrionale della Francia, venivano imbottigliati vini fermi, soprattutto rossi.

Vini freschi, e non solo per il clima, dotati di un corredo aromatico molto fine e dalle chiare note minerali. Insomma vini da scoprire e provare, ma prima un po’ di storia.

Come nascono i Coteaux Champenois?

vigneti champagne


Le origini dei Coteaux Champenois


Stando ai primi ritrovamenti, in Francia già nel 600 a.C. grazie ai Greci ci sono le prime timide esperienze in campo enologico, poi arrivano i Romani e infine i soliti monaci, a cui dobbiamo quasi tutto il sapere moderno sia vitivinicolo che enologico.

E così anche nella regione della Champagne dove sin dal Medioevo era rinomata produzione di vini fermi, molto prima delle bollicine!

All’inizio si trattava in particolare di vini rossi, in seguito con lo sviluppo delle diverse tecniche di vinificazione anche di vini bianchi da uve bianche e da uve nere, i famosi Blanc des Noirs, il cui vitigno principale, ça va sans dire, era il pinot nero.

Già nel 1500 i vini da Pinot Noir del comune di Aÿ erano apprezzatissimi dalla corte francese, e in particolare nientemeno che dal re Enrico IV!

Da quali uve erano prodotti questi primi vini della Champagne?

Tutti i vitigni storici della Champagne: in primis Pinot Nero, seguiti da Chardonnay e Pinot Meunier, oltre a Pinot bianco, Pinot grigio e i meno “famosi” Arbane e Petit Meslier.

Notiamo subito che sono gli stessi vitigni degli Champagne e infatti saranno via via sempre più destinati alla produzione di Champagne, rendendo i vini tranquilli, i nostri Coteaux Champenois (che allora non si chiamavano così), sempre più di nicchia.

Il sorpasso degli Champagne e il tramonto dei Coteaux Champenois


Dalla seconda metà dell’800 la fama degli Champagne si fa spumeggiante e dilaga un po’ ovunque in Europa e oltreoceano, la produzione dei vini fermi va calando lasciando spazio a vini di più sicuro successo e…business!

I Coteaux Champenois dopo un inizio sfavillante, lasciano progressivamente spazio agli Champagne.

Le bollicine della regione diventano un fenomeno di costume, vero e proprio status-symbol di tutto ciò che è joie de vivre e lusso, dalle occasioni mondane. Eppure, ostinati e attaccati all’antica tradizione enologica della regione, alcuni coraggiosi vigneron continuano a produrre i vini fermi della Champagne.

La rivincita dei Coteaux Champenois nell’epoca del climate change


Negli ultimi anni i Coteaux sono tornati alla ribalta. Non è una produzione sostanziosa, si aggira intorno alle 150.000 circa bottiglie all’anno, tuttavia questi impavidi vigneron resistono alla “concorrenza” dello Champagne.

Ma a cosa si deve questo improvviso aumento di popolarità?


All'impatto del riscaldamento globale sui vigneti, infatti temperature più alte portano ad una maturazione più rapida delle uve, costringendo i vigneron a vendemmiare con via via maggior anticipo per evitare di ritrovarsi con un mosto non sufficientemente acido per dar vita alla presa di spuma e per evitare che l’innalzamento delle temperature comporti un radicale cambiamento del profilo aromatico e gustativo degli Champagne, quei profumi iconici che hanno reso iconiche le cuvée di Dom Pérignon, Louis Roederer, e altre grandi maison.

Al tempo stesso, un progressivo riscaldamento delle temperature medie della Champagne, porta vitigni rossi e bianchi come il Pinot Noir e il Pinot bianco o lo Chardonnay a offrire un profilo aromatico più intenso, pieno, adatto alla vinificazione dei Coteaux Champenois, che in combinazione col terroir unico della Champagne, diventano dei rossi e bianchi di tutto rispetto. In poche parole, quella lieve maturazione in più aiuta a sviluppare aromi, zuccheri, e quindi gradazione.

Chi produce i Coteaux?


Dai piccoli vigneron, che da sempre producono Coteaux Champenois, come Devaux & Chapoutier, alle Maison de Champagne più celebri, come Bollinger, Charles Heidsieck, Benoit Lahaye, Louis Roederer.

Quali sono le caratteristiche degli “Champagne fermi”? Alla scoperta dei Coteaux Champenois


Partiamo dalle basi, quali sono i vitigni con cui si producono questi vini?

La produzione verte maggiormente su Pinot Nero, in Rosso in particolare, ma anche in veste Blanc de Noirs, mentre i bianchi sono molto ricercati sullo stile della Borgogna, e per la maggior parte a base di Chardonnay.

Quali sono le caratteristiche organolettiche dei Coteaux Champenois?


Per quanto riguarda i Coteaux rossi, la maggioranza, parliamo di vini dalla gradazione inusuale per la zona, siamo sui 13,5% gradi.

Vini rotondi, come abbiamo detto vinificati partendo dal Pinot nero (talvolta Pinot Meunier), che offrono al naso intensi profumi di ciliegia, fragoline di bosco, screziati piacevolmente da note speziate di pepe e vaniglia derivanti da lunghi affinamenti in legno (18-24 mesi o superiore). Sottotraccia si percepisce una piacevole nota minerale, firma caratteristica del terroir champenois.

Per quanto riguarda i Coteaux Champenois bianchi, sono vini spesso vinificati a partire da Chardonnay in purezza o in blend con Pinot Bianco. In questo caso il modello è ovviamente la Borgogna. Avremo quindi vini bianchi eccezionali, ottenuti da vitigni a bassissime rese, prodotti in annate eccezionali.

I Coteaux bianchi offrono note intense di frutta a polpa gialla, accompagnate da piacevolissime note minerali e da una rinfrescante acidità.

In entrambi i casi, parliamo di vini eccezionali, vere e proprie perle dell’AOC Champagne, meno “trendy” delle bollicine, ma in grado di soddisfare i palati più esigenti quando si parla di vini fermi.

Abbiamo parlato di rossi, bianchi, bollicine, mancano solo i Rosé, e che rosé!

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Un Rosato d’eccezione: il Rosé des Riceys


Ed ecco la terza piccola denominazione della Champagne, Rosé des Riceys, considerato uno dei migliori vini rosati da Pinot nero della storia.

Il Rosé des Riceys è un vino fermo, AOC dal 1947 e prodotto esclusivamente da Pinot Nero.

Si dice che sia stato apprezzato persino dal Re Sole Luigi XIV che ne venne a conoscenza per caso durante la costruzione del Palazzo di Versailles, portato a Parigi proprio da muratori provenienti da Riceys. Al primo assaggio il Re Sole s’innamorò di questo rosato nobile.

Questa piccola denominazione, parliamo di 25 produttori, si trova al limite più meridionale della Champagne, quasi in Borgogna e si estende per circa 350 ettari di superficie vitata.

Riceys comprende tre villaggi: Haut Riceys, Haute-Rive Riceys e Bas Riceys.

Curiosità: incredibilmente, questa piccola area coltivata è l’unica di tutto il territorio champenois dove sono presente tutte e 3 le AOC della zona:

  • Champagne
  • Coteaux champenois e
  • Rosé des Riceys.

Che cosa rende così speciale questa porzione di territorio, il terreno?

Sicuramente ne influenza positivamente la vite.

Questo territorio così peculiare è composto principalmente da argilla e calcare, risalenti all’alto Giurassico, conosciuti come il famoso sottosuolo kimmeridgiano.

Si tratta di un terreno molto fertile e ricco di minerali e fossili di origine marina, che per i vini è una manna dal terreno: profumi, finezza e mineralità ineguagliabili.

Le parcelle dove si coltiva questo Rosé sono quelle più pregiate, soleggiate,dove crescono le viti più antiche.

Non il solito rosato, la peculiarità del Rosé des Riceys


Il Rosé des Riceys è una specialità esclusiva del comune omonimo, rosato fermo ottenuto esclusivamente da pinot nero, considerato tra i rosati più longevi al mondo.

Ma non è né un vino rosato né un vino rosso, in assoluto.

Ha delle caratteristiche comuni ad entrambi.

Il processo produttivo:


Il vino è frutto di una macerazione semi-carbonica di Pinot Noir (come avviene per il Beaujolais per intenderci) di un rosso vivace, dai profumi di frutti di bosco e ciliegia in gioventù che vira al kirsch e spezie con l’evoluzione e il tempo - un vino rosso/rosato scuro e secco.

La macerazione, volutamente breve, dai 3 ai 6 giorni, viene interrotta dall'enologo che determinerà l’attimo “fuggente” da cui si svelerà l'aroma unico del vino Rosé des Riceys, quello che chiamano: il "famoso gusto di Riceys" - una fragranza complessa e ricca, difficile da definire, che richiama aromi di mandorla, vaniglia e granatina. Fuggente perché questo speciale aroma potrebbe svanire se non si dovesse osservare l’esatto momento in cui interrompere il processo di fermentazione.

Il colore tipico del Rosé des Riceys è un rosso ciliegia intenso, un rosato più scuro rispetto per esempio ai vini rosati di Provenza. Al naso ha note molto caratteristiche di fragola matura abbinate alla liquirizia intensa, mentre in bocca risulta fresco, fruttato e succoso. I vini delle grandi annate sono rotondi, pieni, ampi, più simili ai vini rossi che ai classici rosati. Altre annate tendono più verso un carattere beverino.

Questo rosé è un vino particolare, “vinoso”, intenso e di grande piacevolezza che si accompagna perfettamente alle tapas, ed in particolar modo all'agnello e a salumi e formaggi semi-stagionati e saporiti . Va servito fresco a 10/12° C.