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I migliori vini rosati per l’estate: dall’Abruzzo alla Provenza - Tannico

Di Letizia Spettoli


vino rosato provenza

I rosé sono sinonimo d’estate e di raffinatezza. Andiamo a esplorarli meglio prima di tuffarci nelle scelte.

Cosa sono i vini rosati? 

Innanzitutto tieni presente che il colore del vino è sempre una questione di bucce

È lì, nelle bucce degli acini d'uva, che si trovano la maggior parte dei pigmenti colorati delle famiglie dei flavoni e antociani

Detto ciò, ci sono principalmente due metodi: entrambi richiedono una certa dose di tempismo e precisione. 

Il rosato per macerazione, o con l'evocativo nome di "salasso" o in francese "saignée", è composto da sole uve nere. Invece di essere vinificate in rosso, cioè macerate sulle bucce da qualche giorno a una settimana, in questo caso vengono lasciate macerare per non più di 24 ore prima della svinatura (cioè il travaso del vino per separare il succo dalle vinacce). Il colore e i tannini rimangono di conseguenza molto più delicati rispetto a un vino rosso.

Esiste anche il rosato d'assemblaggio, tipico soprattutto di certi Champagne. Va detto che questa è una pratica non permessa da moltissimi disciplinari e usata quasi esclusivamente negli spumanti. Con questo metodo si aggiunge la giusta e precisa percentuale di mosto rosso alla cuvée di base bianca. È stato inventato da Madame Clicquot, in Champagne.

I migliori vini rosé della Provenza

In Francia la tradizione per la vinificazione in rosa è molto radicata, ma la Provenza è indubbiamente il punto di riferimento per i rosati francesi. Vini delicati, dai profumi floreali, di frutta croccante e ricordi di macchia mediterranea, perfetti anche per gli aperitivi delle più calde serate estive. 

Qui il clima e il terroir sono influenzati dal mare e dal Maestrale (il Mistral, in francese) che soffia su queste terre.

Nomi noti, superstar della regione, sono sicuramente Miraval (proprietà di Brad Pitt e frutto del savoir-faire della famiglia del vino Perrin), Château d'Esclans con il suo cavallo di battaglia Whispering Angel, Château Minuty, Estandon, Domaines Ott e tanti altri che puoi trovare nella nostra selezione su Tannico. 

Vitigni e AOC dei rosati di Provenza

Tradizionalmente i rosé provenzali sono spesso frutto di un attento assemblaggio di diverse uve, tra cui più spesso ritroviamo: Grenache, Cinsault, Syrah, Mourvèdre, Tibouren, Carignan e anche Cabernet Sauvignon. 

Le AOC sono 3:

Côtes de Provence, che a sua volta prevede 5 menzioni aggiuntive (Côtes de Provence Sainte Victoire, Côtes de Provence Fréjus, Côtes de Provence La Londe, Côtes de Provence Pierrefeu, Côtes de Provence Notre Dame des Anges);

Coteaux d’Aix-en-Provence, è la parte più a ovest;

Coteaux Varois en Provence, il "cuore della Provenza calcarea", situata leggermente più verso l'entroterra.

Oltre a queste merita una menzione speciale la denominazione di Bandol, famosa per i suoi rosé da Mourvèdre, Grenache, Cinsault.

Le zone di produzione dei vini rosati italiani

I migliori rosati sono quelli che non mancano di acidità, e - a seconda degli stili - aromi fruttati e magari una vena minerale e sapida. 

Quindi le zone più adatte per la produzione di rosati sono quelle in cui si hanno buone escursioni termiche diurne, quelle con microclimi mitigati dall'influenza dell'acqua nella forma di mari, laghi, fiumi, oppure dall'altitudine.

Detto ciò, anche l’Italia ha una sua produzione interessante, sia per la varietà dei terroir, ma soprattutto per la quantità di vitigni autoctoni (ben oltre 500 tra rossi e bianchi)

In particolare, le quattro zone più famose d'Italia per la produzione di rosati sono: Bardolino, la Valtènesi, l’Abruzzo e il Salento

I migliori vini rosati del nord Italia

Il Lago di Garda, con la sua superficie di 368 km² (circa 60.000 campi da calcio), influenza il territorio tutt’intorno per chilometri. Mitiga le temperature, incanala i venti, e crea un microclima mediterraneo. Basti pensare alle colture che si trovano lungo le sue sponde, come i limoni, le olive e la lavanda, è quasi difficile credere di essere nel nord Italia. 

È nella parte veneta del Lago che si trova il famoso Bardolino Chiaretto, elaborato con l'uva Corvina, che in Valpolicella viene usata per la produzione del grande Amarone. Come dice il nome, ha un colore molto tenue ed è particolarmente fresco e improntato alle note di frutti rossi. 

Con circa 10 milioni di bottiglie prodotte ogni anno, è il più importante vino rosato italiano.

Sempre attorno al Lago, ma dal lato lombardo, troviamo il Chiaretto Valtènesi. Il disciplinare prevede l'utilizzo di almeno il 30% di Groppello, più Marzemino, Sangiovese, Barbera. Proprio il Groppello è la riprova della straordinaria varietà vitivinicola della penisola. Parliamo infatti di un vitigno che si trova solo in quest'area, di cui rimangono poco meno di 400 ettari coltivati.

vigneto Abruzzo

I migliori vini rosati del centro Italia

Spostandoci più a sud, c’è un’altra denominazione celebre per il vino rosato. È il Cerasuolo d'Abruzzo, fatto con l'uva Montepulciano, come il suo conterraneo e alter ego in rosso. 

Trattandosi di un vitigno estremamente ricco di antociani, una differenza anche di poche ore nei tempi di macerazione può fare la differenza sul colore finale: infatti puoi trovare vini che vanno dal "chiaretto" al "cerasuolo", che viene dalla parola ciliegia, per indicare un rosa molto intenso, quasi rosso.

L'Italia del Sud è la culla di tanti e diversi rosé, tra cui anche il primo vino rosato italiano: il Five Roses di Leone de Castris, che raccontiamo qui sotto.

I migliori vini rosati del Sud e della Sicilia: dove tutto ebbe inizio

Nel Salento la viticoltura e la produzione di vino esiste da ben prima dell'arrivo dei Greci e dei Romani, che sono i popoli che più di tutti hanno contribuito a diffondere la coltura della vite nel mondo allora conosciuto.

La sua storia e la tradizione rendono il Salento una delle culle della viticoltura mondiale

Il primo rosato d’Italia

Per quanto riguarda il rosato, c'è un aneddoto che racconta che sul finire della Seconda Guerra Mondiale il generale americano Charles Poletti, commissario per gli approvvigionamenti delle Forze Alleate in Italia, fosse alla ricerca di vino per i propri soldati. 

Venuto a conoscenza del rosato prodotto dalla storica azienda della famiglia De Castris, il generale lo assaggiò, gli piacque, lo rinominò da "Cinque Rose" a "Five Roses" a beneficio dei soldati americani, e lo fece mettere in bottiglia. Fu così che nel 1943 nacque il primo rosato imbottigliato d'Italia. 

A distanza di 80 anni la cantina Leone de Castris produce ancora uno dei rosé italiani più famosi al mondo, specialmente in America. 

I vitigni autoctoni da cui si producono i rosati salentini

Dal punto di vista delle varietà di uve, il Salento Rosato e il Salice Salentino vedono come protagonista il Negroamaro, che deve essere presente per almeno il 75%, spesso in compagnia dell’autoctona Malvasia Nera. 

Castel del Monte Bombino Nero DOCG

Spostandoci un poco più su, tra la zona del Parco Naturale dell’Alta Murgia, la provincia di Bari e quella di Barletta-Andria-Trani, troviamo la DOCG Castel del Monte Bombino Nero. L'uva omonima deve essere presente almeno al 90%. E questo è singolare, perché il Bombino Nero non è quasi mai protagonista, ma è più spesso utilizzato in assemblaggio. I profumi più comuni sono quelli di melograno, ribes, fragola, lampone, accompagnati da ricordi floreali di geranio e rosa.

I migliori Rosé di Sicilia: Cerasuolo di Vittoria ed Etna Rosato

Nome simile a uno già incontrato, ma frutto di un'altra zona e di uve diverse, è il Cerasuolo di Vittoria, in Sicilia. Questo è a base di uve Nero d'Avola e Frappato. Sempre sull’isola, merita una menzione anche l'Etna Rosato, figlio di una zona sempre più apprezzata per il suo profilo vulcanico. Nerello Mascalese (minimo 80%) e Nerello Cappuccio (0-40%) sono le uve che compongono questo vino particolarmente improntato alla mineralità.

Le bollicine rosé

Non sono solo i vini fermi a vestirsi di rosa, ma anche le bollicine, con spumanti e Champagne rosé, hanno tanti rappresentanti di grande prestigio.

Gli spumanti rosé

Gli spumanti rosé sono molto spesso frutto di una selezione di cru di Pinot Nero, oppure un assemblaggio con Chardonnay, che lo integrata e completa molto bene. In Champagne può fare la sua comparsa anche il Pinot Meunier, a completare quello che è il trio di vitigni più tradizionale della regione.

Il metodo classico rosé: Champagne e Franciacorta

Lo Champagne rosé può essere de saignée o d'assemblage, e il più famoso tra questi è sicuramente Veuve Clicquot Rosé. Nel 1818, Madame Clicquot creò il primo Champagne Rosé elaborato con l'innovativo metodo dell'assemblaggio, aggiungendo una percentuale di vino rosso al celebre Brut Yellow Label.

Dal nostro lato delle Alpi invece, abbiamo deliziose bollicine rosé in Franciacorta, dove l'uvaggio può essere così composto: Chardonnay (massimo 65%), Pinot Nero (minimo 35%), Pinot Bianco (massimo 50%), Erbamat (massimo 10%).

La novità: il Prosecco rosé

Novità degli ultimi anni è il Prosecco Rosé. Approvato e contemplato dal disciplinare nel 2020, il Prosecco Rosé è composto dall'uva della tradizionale versione bianca, il Glera (85-90%), a cui si aggiunge il Pinot Nero (10-15%). Sebbene neonata la nuova DOC ha riscosso da subito un grande successo di pubblico, con la leggerezza tipica del Prosecco, accompagnata dai profumi fruttati del Pinot Nero.

I migliori produttori di vini rosati in Italia e Provenza


La nuova annata di rosati italiani è un tripudio di freschezza, tensione, equilibrio e finezza.


Sono tanti i vini che hanno solleticato il nostro team, ma abbiamo deciso di scegliere le cantine che per ragioni diverse quest'anno hanno realizzato etichette rosé,
molto apprezzate dalla critica e dagli appassionati.

Da scoprire: Banino, Cirelli, 'A Vita;

Le cantine storiche: Michele Calò, Leone de Castris, Marisa Cuomo

I grandi nomi: San Marzano, Masciarelli, Tenuta Guado al Tasso (Antinori)

Queste sono solo alcune delle cantine da tenere d'occhio quest'estate: dai un'occhiata alla nostra selezione alla fine dell'articolo.

Vini rosati solo d'estate? 

La stagione del rosé è senza dubbio l'estate. Grazie alla leggerezza dei tannini e alla loro freschezza, i rosati sono il perfetto alleato degli amanti del vino quando le temperature salgono. Ma sono eleganti durante tutto l’anno, quindi è inutile limitarsi a 3 mesi l’anno per concedersi il piacere di berli. 

L’abbinamento dei vini rosati

Altro asso nella manica dei vini rosati è la loro versatilità. Dalle ricette vegetariane, al pesce, fino alle carni bianche, di certo è una tipologia di vino che sembra nata per sposarsi con le ricette estive. Abbinamento di grande successo poi è sempre quello con la pizza o altri piatti a base di pomodoro. E per quanto riguarda la griglia? Un grande sì: i sentori di affumicato si accompagnano molto bene ai rosati più strutturati.

Non dimentichiamo poi che i rosé si servono a temperature basse come i bianchi, quindi sono perfetti anche per una cena in giardino, meglio ancora se mantenuti freschi in un secchiello con ghiaccio.

Detto questo, il rosé non è solo un vino estivo. 

La nuova frontiera è "destagionalizzare" i rosati, apprezzare il lato gastronomico di un vino poliedrico, in grado di abbinarsi ai cibi più complessi, come i carciofi, gli asparagi o il cavolo. 

Il miglior vino rosato dell'estate secondo noi

Scrivendo questo articolo ci è venuta una curiosità: qual è il rosé preferito dal team di Tannico?

Abbiamo deciso di condurre un piccolo sondaggio tra i nostri wine expert e il risultato è stato più variegato di quello che ci saremmo aspettati.

Vince inaspettatamente (o prevedibilmente, a seconda di come la si guardi) lo Champagne Rosé, seguito a pari merito da Tavel (una denominazione del Rodano meridionale), Bardolino Chiaretto, Bandol e Cerasuolo d’Abruzzo.

Se c’è una cosa che questo sondaggio dimostra è che il mondo dei rosé comprende un ventaglio di possibilità enorme, con tante alternative per tutti i gusti.

Ora ci manca solo il tuo voto: qual è il tuo rosato preferito per l'estate?