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Storia dello Champagne Louis Roederer: dal Cristal alla biodinamica

Di Letizia Spettoli


La Maison Louis Roederer è una celebre casa di Champagne con una lunga storia di eccellenza. Dal prestigio alle pratiche sostenibili fino alle creazioni di lusso: vieni a scoprire cosa la rende un punto di riferimento nel mondo dello Champagne.

champagne louis roederer


Fondazione e primi anni della Maison Louis Roederer


Prima di tutto un po' di storia. Nelle etichette degli Champagne Roederer si legge "Maison fondée en 1776": questa è la data del passaggio della Maison fondata dai signori Dubois a Nicolas Schreider, che pochi anni dopo si mette in società con il nipote Louis Roederer, il quale dal 1833 sarà l'unico ad avere il controllo sull'azienda e a darle quindi il suo nome.

Controcorrente fin da subito, quando tutti acquistavano l'uva per fare Champagne, Louis Roederer acquistava le vigne.

Era infatti convinto che per fare un grande vino ci volessero gli appezzamenti di terra migliori e il totale controllo sul processo produttivo. Così, nella seconda metà dell'Ottocento la Maison era diventata proprietaria di oltre cento ettari. È inoltre lui che avvia la costruzione delle cantine nel centro di Reims, e delle gallerie sotterranee dove ancora oggi riposano le bottiglie di Champagne.

Passiamo a Louis Roederer II, figlio del fondatore, a cui si deve lo sviluppo commerciale dell'azienda all'estero. Prese le redini della Maison, Roederer II fin da subito inizia a fare viaggiare i suoi Champagne in giro per il mondo. Arrivano infatti fino alla tavola dello Zar Alessandro II, per il quale nel 1876 crea uno Champagne speciale: è il Cristal, la prima cuvée de prestige, intramontabile icona del lusso.

Arriviamo a Léonie Olry Roederer, la sorella di Roederer II, che succede alla guida della Maison lasciando un importante lascito: si deve a lei la creazione del Brut Premier, uno Champagne Sans Année che in anni recenti ha subito una rivoluzione, come vedremo fra poco.

La Maison sbarca nel nuovo secolo: Roederer al femminile


Negli anni '20 del nuovo secolo la Maison passa a Léon Olry Roederer, il figlio, che si dedica con passione a portare avanti la missione della casa(ta).

Quando viene a mancare nel 1933, è sua moglie a raccogliere il testimone, Camille Olry Roederer. Cammille sarà in quegli anni la più influente figura della Champagne, il suo "regno" dura quattro decenni e un conflitto mondiale e le porta in dote una vera e propria cerchia di devoti dello Champagne Louis Roederer, cerchia tenuta insieme dalla sua personalità esuberante, raffinata ed elegante, i suoi leggendari ricevimenti nel palazzo di famiglia a Reims e l'attività di mecenate. 

Dopo di lei la guida della Maison rimane saldamente in famiglia, è il turno infatti di Jean-Claude Rouzaud, nipote di Camille ed enologo, oltre che ingegnere agronomo, che intraprende un grande lavoro di ricostruzione del vigneto.

Avanti fino ai giorni nostri, siamo ormai alla settima generazione con Frédéric Rouzaud e dagli anni 2000 ha raggiunto la squadra il brillante Chef de Caves Jean-Baptiste Lécaillon.

Cristal: la prima Cuvée de Prestige


Questa cuvée merita un approfondimento a parte, è stato su precisa richiesta dello Zar Alessandro II che la Maison Louis Roederer ha elaborato la cuvée Cristal.

Dopo diversi tentativi, si riuscì a mettere a punto una bottiglia di prezioso cristallo capace di sostenere la pressione di 6 atmosfere delle bollicine dello Champagne, e con il fondo piatto.

Cristal fu inizialmente elaborato esclusivamente per il mercato russo e per la ricca aristocrazia zarista. Con la Rivoluzione di Ottobre e la caduta dello Zar un intero mercato viene perso e la storia della cuvée de prestige subisce una battuta d'arresto.

Arriva il 1929 e con esso la più grossa crisi finanziaria mai vista: la Maison non si scoraggia e nel 1932 ritorna il Cristal, stavolta in tutti i paesi. Da allora in poi la parabola della prestigiosa cuvée sale per non scendere mai più.

La ricetta è sempre quella originale: solo uve di proprietà, normalmente con prevalenza di Pinot Noir e senza malolattica, fermentazione in legno per il 20% e 6 anni di affinamento sui lieviti. Il dosaggio è passato nel tempo da 12 g/L a 8 g/L.

Solo le migliori annate vengono prodotte e le bottiglie vengono messe in commercio solo quando ritenute pronte: ecco perché la 2009 è uscita prima della 2008.

champagne vigneti


Sulla sostenibilità non si scherza


Fin dagli inizi, quando Louis Roederer acquista 15 ettari nel Grand Cru de Verzenay, la Maison ha sempre dato grande importanza alla scelta delle parcelle e al lavoro che si fa in vigna. Oggi la superficie vitata di proprietà della Maison ha abbondantemente superato i 200 ettari divisi in oltre 400 parcelle. Alla Maison Louis Roederer dicono di essere più vignaioli che enologi e vinificatori e c'è da credergli.

Da più di vent'anni la Maison ha avviato un percorso di sostenibilità e difesa della biodiversità che l'ha portata a essere una realtà particolarmente virtuosa nella sua regione. A oggi 112 ettari sono certificati in agricoltura biologica e oltre 140 condotti in biodinamica.

La Maison, nel suo rispetto per la vita e per la Natura, si impegna ad accompagnare con delicatezza il ciclo della natura. A partire dal mantenimento della diversità genetica delle piante tramite un'accurata selezione massale, la coltivazione dei portainnesti direttamente nei domaine, il rispetto del flusso della linfa durante la potatura, la cura delle siepi e dei muretti, l'introduzione di arnie per favorire l'impollinazione, la presenza di antichi alberi da frutto come peschi, peri e meli, l'alternanza tra coltivazione e periodi di riposo a maggese e la conservazione delle parcelle come un prezioso mosaico geologico.

Dal Brut Premier al Collection: l'evoluzione e il cambiamento climatico


Negli ultimi anni nella Maison è in atto una piccola rivoluzione, innescata in maniera naturale dalla filosofia storica di Louis Roederer di rispetto del frutto e della vigna, è quella che ha coinvolto il Brut Premier. Si tratta di una cuvée multimillesimata di Louis Roederer, interrotta per lasciar spazio a una sua evoluzione: nel 2021 esce il primo Collection.

I cambiamenti climatici hanno, come ovunque, impattato anche la Champagne negli ultimi trent’anni. Il Collection nasce per contrastarne gli effetti, e soprattutto per svincolarsi dall'immagine degli Champagne non millesimati vecchio stile rivendicando la libertà creativa dello chef de caves.

Se un tempo le grandi annate erano più rare, con il riscaldamento globale le annate "millesimabili" si fanno sempre più frequenti. Invece di uno stile immutabile e atemporale, si abbraccia l'identità di un vintage di partenza, si accoglie una freschezza che non gioca più il ruolo predominante, si preservano i Pinot Noir diventati più strutturati. Anche l'assemblaggio deve cambiare, giocando sulle diverse annate e sui vini di riserva per salvaguardare lo stile Roederer, ma facilitando l'espressione di uno Champagne unico. Ecco perché le cuvée Collection sono numerate, segnando il numero di vendemmia della casa (il Collection 242, ad esempio, è basato sulla vendemmia 2017).

E ora si degusta

Gli Champagne Louis Roederer sono considerati un simbolo dell'eccellenza delle bollicine francesi in tutto il mondo. Grazie alla sua filosofia di salvaguardia della biodiversità e della sostenibilità, la preservazione delle viti e la valorizzazione delle singole parcelle, la Maison è andata incontro a una sensibilità che si fa sempre più pressante in Champagne, dimostrande che anche una grande maison può lavorare da vigneron.

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