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La leggenda di Ruinart


Il miglior Champagne al mondo?

vigneti champagne ruinart

La leggenda di Ruinart

Il miglior Champagne al mondo?

Lo Champagne, fin dalla sua invenzione (o dalla sua nascita fortunosa) si è affermato come simbolo indiscusso di lusso, eleganza e raffinatezza. Questo vino, un tempo riservato esclusivamente ai re e all'aristocrazia, è diventato oggi un'icona culturale, sempre presente nelle occasioni più esclusive e memorabili.

Eppure, tra tutte le celebri e iconiche Maison Champenoises, ce n’è una che merita la corona, sia perché è stata la prima vera maison, sia per la qualità costante e intramontabile delle sue etichette di punta.

Stiamo parlando della Maison Ruinart. Oggi ne scopriremo la storia, dalla fondazione ad oggi, dall'idea geniale di un monaco alla dedizione degli chef de cave che si sono avvicendati nei secoli. Per finire, ti racconteremo perché il Ruinart Brut e il Ruinart Brut Blanc de Blancs sono due degli champagne più iconici in tutto il mondo.

Iniziamo con un po’ di storia e qualche curiosità.

C'erano una volta un monaco, un mercante di drappi e un re

Come per tante altre aziende o startup ormai entrate nel novero delle “storie di successo” (virgolettato d’obbligo vista la relatività del concetto di successo. Un piccolo vigneron che produce cinquemila bottiglie l’anno vendendo il vino che ama non è forse un successo?) la storia di Ruinart inizia grazie a un mix di preveggenza e fortuna.

Thierry il monaco

Partiamo dalla seconda metà del XVII secolo, l'epoca del Re Sole, Luigi XIV. Dom Thierry Ruinart è un monaco assegnato all’abbazia di Saint-Germain-des-Prés, centro d’eccellenza per la teologia a pochi passi da Parigi e dalla corte reale.
Dom Thierry scopre così che nella capitale va molto di moda il vino frizzante champenoise.

Nicolas il drappiere e l'editto reale che cambiò tutto

Dietro consiglio di Dom Thierry, suo nipote Nicolas Ruinart decide nel 1729 di fondare la prima Maison di Champagne della regione (e del mondo ovviamente).

All’inizio Nicolas non vuole affatto rinunciare al suo commercio di drappi, tanto che le prime bottiglie di vin de bulles (com’era allora chiamato) sono mandate come omaggio ai più importanti acquirenti di drappi Ruinart.

Ma il grande apprezzamento di questi "omaggi" convinse Nicolas a dedicarsi interamente all'arte della vinificazione.

Non abbiamo però menzionato un particolare importante: l’editto reale del 1728, esattamente un anno prima della fondazione della Maison. Il punto chiave dell’editto è la licenza, per tutti i mercanti di vino, di stoccare, vendere e trasportare il vino in…bottiglia!

Sembra una banalità, ma fino a quel momento il vino lo si commerciava in botte. Peccato che trasportare Champagne in botte non fosse una pratica adatta all’esaltazione massima del leggendario vin de bulles francese.

Guarda caso, un anno dopo l’editto e con tempismo perfetto, i Ruinart fondano l’omonima Maison.

Nota bene: dalla fondazione fino a oggi, i Ruinart saranno sempre négociants manipulants. La maison non ha vigneti di proprietà, ma i suoi chef de cave sovrintendono l’assemblaggio di cuvée provenienti da selezionatissimi cru, per poi imbottigliare ed etichettare il vino sotto il nome Ruinart.

L'irresistibile ascesa della Maison de Champagne Ruinart

37 anni dopo la fondazione, i Ruinart hanno un’altra pensata geniale. La cittadina di Reims, la caput mundi dello Champagne, è percorsa nel suo sottosuolo da numerose gallerie e grotte di gesso, dette crayeres.

Nelle crayeres i Ruinart decidono di stabilire il cuore della propria maison, la cave, la cantina vera e propria in cui far affinare a temperatura perfetta le proprie bottiglie di bulles.

Non solo il microclima nella cava è perfetto per l’affinamento di Champagne eccellenti, ma oggi le crayeres sono meta di un consistente pellegrinaggio enologico.

Una vera e propria cattedrale dei vini frizzanti, riconosciuta come monumento storico nel 1931!

Dall’800 in poi la maison diventerà l’archetipo dell’eccellenza champenoise, legandosi anche al mondo dell’arte. Basti pensare che a fine ‘800 André Ruinart commissionò una locandina promozionale all’allora artista simbolo dell’Art Nouveau: Alfons Mucha.

Oggi la maison è parte del gruppo LVMH e le bottiglie di Champagne Ruinart sono stappate e bevute dal Giappone alla Spagna.

Andiamo allora a scoprire le due etichette più famose della maison, il Brut R de Ruinart e il Blanc de Blancs più iconico della Champagne.

Le due icone di Ruinart: il Brut R e il Blanc de Blancs

Champagne Ruinart Brut R

Il Brut R è senza dubbio lo champagne in cui si esprime tutta la maestria di Ruinart nel saper riproporre, anno dopo anno, una finezza ed eleganza costante, grazie a cuvée ben studiate e bilanciate.

Il Brut R è un assemblaggio di vini da 50 cru dei terroir della Côte des Blancs e della Montagne de Reims (pinot noir dal 40-45% del meunier dal 10-15% e chardonnay 40%).

Al naso emergono aromi di mela croccante e albicocca, seguiti da quelli inebrianti di fiori di sambuco e di coriandolo. In chiusura note di pan brioche e biscotti. Al palato sentori di nocciola, pasticceria e una bella rotondità apportata dal Pinot Noir e Meunier.

Abbinalo con? Verdure e formaggi.

champagne ruinart brut r



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Champagne Ruinart Brut Blanc de Blancs

Il Blanc de Blancs è senza dubbio lo Champagne iconico della maison, se non uno degli Champagne più iconici in assoluto. Prodotto con solo Chardonnay assemblando vini provenienti da 25-30 cru da zone vocatissime della Côte des Blancs, dalla Montagne de Reims, dal Sézannais e dalla Vallée de la Vesle più un 25-30% di vini riserva da annate precedenti.

Al naso il Blanc de Blancs ti sedurrà con un’intensità agrumata seguita da una nota speziata di zenzero. Al palato sentirai una consistenza avvolgente, finemente integrata da note di frutta gialla e da una bella mineralità.

Abbinalo con? Pescato e frutti di mare.

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