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Emozionanti, frutto del faticoso lavoro di piccoli, grandi “Agricoltori, Artigiani e Artisti”. Sono i vini da “Triple A”, una filosofia produttiva che rappresenta nel calice il terroir da cui nascono, integrale, vero e naturale. Vini che non inseguono le mode del momento, ma che rimangono fedeli a se stessi, lontani mille miglia dalla standardizzazione del gusto. Radikon, Château Musar, Dettori, La Stoppa, Movia ed Emidio Pepe sono solo alcuni dei grandi vignaioli biologici e biodinamici di questa selezione, che hanno cambiato in pochi anni il modo di concepire il vino. Tra gli imperdibili pionieri delle Triple A, ci sono Arianna Occhipinti, che presenta le nuove annate dei suoi eclettici vini siciliani; Cascina degli Ulivi, che vanta dei bianchi da grande invecchiamento e Sergio Arcuri, che produce rossi e rosati da sola uva gaglioppo. Tannico curiosità: Triple A è un movimento del vino nato nel 2001 dall’idea di Luca Gargano, che ha racchiuso in un Manifesto la loro filosofia. Tra i requisiti per rientrare nelle Triple A, i viticoltori non devono utilizzare sostanze chimiche di sintesi, non possono aggiungere né anidride solforosa né altri additivi nei mosti, devono usare solo lieviti indigeni per la fermentazione, i vini devono maturare esclusivamente sulle proprie “fecce”, non possono essere usate chiarifiche né filtrazione prima dell’imbottigliamento. Vini sinceri, veri e integrali: si scrive Triple A, si beve naturale!

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