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Un Pinot Noir nel bicchiere è molto più di un semplice vino: è conquista, fatica, passione. Quello che i francesi chiamano “l’enfant terrible” è un vitigno bizzarro e difficile da coltivare, spesso rischioso per i viticoltori (se vuoi saperne di più vai con un click al testo completo). Perché allora coltivarlo? La risposta è assoluta e senza mezzi termini: il Pinot Noir è il vino dei vini. Quel ragazzino capriccioso in vigna, seguito ed educato con intelligenza agronomica, può trasformarsi in un elegante e raffinato gentiluomo nel calice, che evolve e migliora con gli anni. Non ci credete? Questa selezione nasce per darvene prova, perché più che parlare di vino, bisogna assaggiarlo. Noi l’abbiamo fatto, scegliendo alcuni Pinot Noir che nel mondo rappresentano le diverse anime di questo sfaccettato rosso: dalla sua terra d’elezione, la Borgogna, alle vette dell’Alto Adige, sino alla “fine del mondo” in Patagonia, per solcare altre terre lontane come Nuova Zelanda. Cosa aspettate ad assaggiare il vino dei vini? Tannico curiosità: il Pinot Noir è molto difficile da coltivare perché necessita di un clima stabile: né troppo caldo (maturazione troppo rapida), né troppo freddo (corretta evoluzione dei tannini). E’ fortemente soggetto, inoltre, a malattie fungine e a marcescenze, tanto da compromettere spesso la quantità e la qualità dell’uva. Insomma, chi coltiva questo vitigno deve conoscerlo molto bene, cercando di interpretare ogni annata agronomica e i recenti cambiamenti climatici con estrema intelligenza.

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