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Tullibardine

La storia di Tullibardine come luogo di produzione e distillazione è una delle più antiche della Scozia, risalente al XV secolo. La storia inizia esattamente nel 1488, quando un giovane re Giacomo, IV di Scozia, si fermò prima della sua incoronazione per acquistare birra dal birrificio locale. Questo birrificio era noto per la produzione di birra pregiata grazie alla fonte d'acqua locale. Fu nel 1947 che William Delmé-Evans iniziò a convertire questo originale birrificio nella Tullibardine Distillery. Dopo aver analizzato l'acqua delle sorgenti vicine, Delmé-Evans sapeva di aver trovato il luogo perfetto per distillare il whisky. L'acqua proviene dalle circostanti colline Ochil, attinte dal Danny Burn. Formatesi oltre 400 milioni di anni fa con strati di basalto e arenaria rossa, queste colline sono famose per l'oro che un tempo veniva estratto da esse. L'acqua limpida che li attraversa avrà impiegato 15 anni per raggiungere il Danny Burn. Nel 1971 la distilleria passò nelle proprietà della Invergodon, che nel 1973 amplia la produzione aggiungendo due alambicchi ai due già presenti. Nel 1995 la Whyte & Mackay acquista la Invergodon decidendo però di chiudere la Tullibardine a causa dell'eccesso di capacità di distillazione aziendale. È così che la distilleria rimane inattiva fino al 2003, quando fu acquistata insieme da un consorzio per una cifra di circa 1.300.000 €. Nonostante i volumi di produzione alla ripartenza fossero piuttosto bassi, la distilleria di recente riesce a produrre tre milioni di litri l'anno. Nel corso del 2011 la proprietà è passata alla società di vini Picard Vins & Spiritueux, che in pochi anni ha costruito nuovi magazzini, un nuovo centro dedicato ai visitatori, una nuova linea di imbottigliamento. Insomma, per la Tullibardine si prospetta finalmente un futuro più che roseo.