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Lucano 1894

Una storia lunga oltre 120 anni è quella del gruppo Lucano, che può vantare poco meno di un secolo e mezzo di vita, fatto di conoscenze, competenze, idee, tradizioni e qualità. Una storia che da sempre si basa su solidi valori, i quali nel tempo hanno trasformato l’azienda in una delle più importanti realtà liquoristiche italiane.
Tutto ha avuto inizio a Pisticci, un piccolo paese in provincia di Matera: è qui dove Pasquale Vena, passando intere giornate al lavoro nel suo biscottificio, arriva a trovare un equilibrato mix di erbe elaborando una ricetta che prenderà il nome di “Amaro Lucano”, liquore che in breve tempo diverrà famoso e ricercato in tutta la Penisola, al punto da essere scelto ufficialmente anche dalla Reale Casa Savoia, con il Re stesso che gradirà talmente tanto il nuovo liquore, così da arrivare ad assegnare allo stesso Pasquale Vena il titolo di Cavaliere.
Questi gli esordi di un’azienda che, dopo aver attraversato disparate vicissitudini storiche, è oggi a dir poco un’impresa di successo.
Subito dopo il Secondo Conflitto Mondiale, quello che era il piccolo laboratorio artigianale di Pasquale Vena si trasformò in una vera e propria realtà industriale, con una capacità produttiva di 3mila bottiglie annue. Tra gli anni ’60 e gli anni ’70 la produzione aumentò ulteriormente, venne inaugurato un nuovo stabilimento, e l’Amaro Lucano venne affiancato anche da altri prodotti, quali la Sambuca, il Limoncello e il Caffè.
Negli ultimi due decenni del secolo scorso la fama del brand continuò a crescere, grazie anche a mirate strategie comunicative e di marketing, tra cui non è possibile non citare lo slogan famoso in tutto il mondo, che recita: “Cosa vuoi di più dalla vita? Un lucano!”
Dal 2000 a oggi la crescita non si è fermata, e la Lucano s.r.l. ha conquistato ulteriori fette di mercato, rimanendo allo stesso tempo saldamente ancorata nelle mani della famiglia Vena, che in una sorta di ininterrotta continuità con quel lontano 1894 che ha visto nascere tutto, prosegue fermamente sulla strada tracciata dall’indimenticato Cavaliere Pasquale Vena.