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Calonga

“Il vino rappresenta il territorio ed è importante per conoscere e apprezzare le ricchezze che lo caratterizzano. I vini Calonga sono il frutto di un'attenta selezione delle uve in vigna e di una vinificazione che sa conciliare tradizione e modernità, per esprimere al meglio le caratteristiche del territorio di Romagna”: queste le parole che campeggiano in bella vista sull’home page del sito aziendale della cantina Calogna, quasi a mettere sin da subito le cose in chiaro, comunicando una filosofia ben precisa. Parole che meglio di qualsivoglia incipit ci introducono alla realtà dell’azienda Calogna.
Nata sul finire degli anni ’70 del secolo scorso, nel 1977 per la precisione, l’impresa vitivinicola Calogna ha preso vita dalla decisione di Maurizio Baravelli, che dopo avere scelto di dedicarsi alla vitivinicoltura seguendo la tradizione familiare che perdura da sei generazioni, conduce oggi l’azienda con l’ausilio del figlio Matteo.
Inizialmente l’attività era esclusivamente focalizzata alla coltivazione delle uve, che venivano successivamente conferite, mentre a partire dal 1999, dopo aver portato a termine i locali di cantina, lo stesso Maurizio inizia la produzione di vino sotto proprio nome, inseguendo sempre la massima qualità possibile insieme alla più alta fedeltà verso il territorio.
L’azienda può al momento contare su un’estensione vitata di circa dieci ettari, situati lungo i pendii delle colline tra Forlì e Faenza, in località Castiglione. In vigna le varietà vitate che si incontrano sono soprattutto quelle autoctone del sangiovese, dell’albana e del bombino bianco, meglio conosciuto come “pagadebit”. Su terreni ricchi di sabbie e di argille, la gestione agronomica è attenta e rigorosa.
Anche in cantina l'approccio è tradizionale, per cui sotto la guida dell’enologo Fabrizio Moltard, lo scopo principale è sempre quello di valorizzare le caratteristiche della materia prima cercando di esaltarle nei vini.
Ecco allora che abbiamo il “Michelangiolo” e il “Castellione”, l’Albana Passita “Kiria” e il “Leggiolo”, “Ordelaffo”, il “Baldan” e il Pagadebit: sono tutte etichette, quelle che rimandano al nome “Calogna”, capaci di parlare la lingua della migliore eccellenza che le terre di Romagna siano in grado di regalare.