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Ca' del Faggio

Grazie al ritrovamento di alcuni importanti reperti archeologici, tra cui ricordiamo una stele funeraria con incise le parole di un centurione romano, la viticoltura nelle terre di Conegliano Valdobbiadene è attestata sin da tempi remoti. Le colline da cui oggi ci arriva il più prestigioso Prosecco, da San Venanzio Fortunato, vescovo di Poitiers, erano definite già nel VI secolo come: “luogo dove germoglia la vite sotto l'alta montagna, nella quale il verde lussureggiante protegge le zone più brulle”. Da allora ad adesso sono passati interi secoli, ma la tradizione di un territorio altamente vocato alla vitivinicoltura non si è interrotta, e anzi, nel 2008, la Commissione Nazionale Italiana ha avviato il progetto di riconoscimento delle colline di Conegliano Valdobbiadene come Patrimonio Unesco. In questo scenario, in un panorama che include molteplici produttori, esattamente a Guia Valdobbiadene incontriamo l’azienda vitivinicola “Ca’ del Faggio”, realtà gestita attualmente dai fratelli Simone e Ivan Spagnol, rispettivamente agronomo ed enologo. Proseguendo sulla scia di uno straordinario e secolare patrimonio di esperienze e competenze familiari, i fratelli Spagnol sono oggi dei veri e propri depositari di piccoli e grandi segreti, che uniti a una profonda conoscenza del territorio e delle sue peculiari connotazioni, e uniti anche alla sensibilità per la natura nonché a una inesauribile passione per il proprio lavoro, portano a ottenere risultati semplicemente eccezionali. Immersi nel cuore delle colline del Prosecco Superiore, i filari aziendali sono condotti con rigore e meticolosità, nel massimo rispetto di ambiente ed ecosistema. In cantina, le più antiche tradizioni locali si uniscono con le più moderne tecnologie enologiche, al fine di raggiungere quello che è l’obiettivo principale: valorizzare ed esaltare nei vini ciò che la stagione e il territorio sono stati in grado di esprimere nel frutto. Prendono vita in questa maniera etichette tutte da scoprire. Due Prosecco, al momento: un Extra Dry e un Brut, il “Fogliaoro” e il “Fogliargento”, espressione della migliore Valdobbiadene quando si parla di bollicine.