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Marc Augustin

“Non posso vivere senza lo Champagne: in caso di vittoria lo merito, in caso di sconfitta, ne ho bisogno”. Queste sono le celebri parole che Napoleone Bonaparte pronunciò sulle bollicine che, già a cavallo fra settecento e ottocento, riscuotevano un immenso successo, non solo in territorio francese. Tante sono le Maison che oggi si dedicano alla produzione dello Champagne: in particolare ad Avenay d’Or, area circondata da vigneti e boschi, troviamo la maison di Marc Augustin, realtà che racconta la storia di due famiglie impegnate nella produzione di Champagne da ben cinque generazioni.
La cantina si sviluppa all’interno di due terroir prestigiosi: quello della Montagne de Reims e quello del prestigioso Premier Cru Vertus, situato nella Côte des Blancs. Il primo si caratterizza per la conformazione del sottosuolo ricca di sabbia, gesso e argilla, stratificate durante i secoli, mentre il secondo è caratterizzato da una presenza predominante di gesso.
Tra i filari, i protagonisti indiscussi della produzione sono chardonnay e pinot noir, coltivati con una filosofia interamente centrata sulla biodinamica. Marc è infatti convinto che la biodinamica sia l’unico metodo per riequilibrare l’armonia, l’equilibrio, la resistenza e la vitalità delle piante, “avvilite” e stancate dai troppi trattamenti chimici subiti durante gli ultimi decenni. La biodinamica ristabilisce quindi la relazione fra i quattro elementi fondanti della pianta, cioè la terra con le radici, l’acqua con le foglie, l’aria con i fiori e il fuoco con i frutti. Il calendario lunare ovviamente indica quali sono i momenti migliori per “stimolare” queste parti, anche se Marc non smette mai di ricercare e innovare il proprio approccio in vigna.
Anche in cantina si prosegue con l’applicazione della biodinamica, e ciascuna cuvée, realizzata in vinificazione con recipienti smaltati che Marc preferisce alle classiche vasche in acciaio, non viene filtrata.
Quattro sono a oggi le etichette prodotte dalla maison Marc Augustin – “CCXCI”, “CCXIV”, “CCCCI” e “CXVI” –, tutte caratterizzate da bassi dosaggi e da un profilo organolettico di grande prospettiva.