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Dal nobile Barolo, il vino dei re, al potente Aglianico, considerato il Barolo del sud, questa selezione vi porta oggi nella storia, attraverso un percorso sensoriale fatto di potenza, serbevolezza ed eleganza. Nebbiolo per casa Savoia e Aglianico per il Regno delle Due Sicilie, vitigni aristocratici in entrambi i casi, che regalano emozionanti percezioni in gioventù, per concedervi momenti di trascendenza col passare degli anni. Il tempo sa essere gentiluomo con entrambi, accrescendo la complessità degli aromi e ammansendo i tannini sino a una setosità che gioca tutto su forza e finezza. Provate il Barolo Sarmassa di Brezza, fruttato e bevibile dopo pochi anni grazie al terreno argilloso, per andare verso un’attesa più paziente col Barolo Ciabot Mentin di Domenico Clerico, dal cru Ginestra, che affina in barrique francesi per 30 mesi, facendo un balzo gustativo sull’Irpinia Aglianico Doc delle Cantine di Marzo, da cui emerge un netto aroma di liquirizia, per concedervi - infine - il piacere di degustare l’Aglianico del Vulture “Antelio” della Cantina Camerlengo, dalle suadenti note fumé e tabacco. Comparateli durante una cena tra amici, noi l’abbiamo fatto, scoprendone le differenze e le affinità gustative, in un mutevole gioco di sensi, dove non esistono vinti o vincitori, ma solo Re sui loro troni.

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