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Torraccia del Piantavigna

La storia di Torraccia del Piantavigna risale agli anni '50; all'epoca, infatti, Pierino Piantavigna mise a dimora un piccolo vigneto sulle colline di Ghemme, poco lontano dal seicentesco Castello di Cavenago. All'azienda, però, fu dato il nome odierno molto tempo dopo, unendo quello di Pierino all'appellativo "Torraccia", dato a una collina, particolarmente cara al Piantavigna e di forma quasi circolare, posta a nord del Castello di Cavenago. L'azienda attuale, conosciuta ormai non solo in Italia ma anche all'estero, deve la sua fondazione a Alessandro Francoli, nipote di Pierino; sita nell'Alto Piemonte, ai piedi del Monte Rosa, vanta una superficie vitata di circa 40 ettari e vinifica, affina e imbottiglia, direttamente nelle sue cantine, rossi, bianchi e rosati di grande qualità, partendo da varietà come nebbiolo, vespolina ed erbaluce. L’attuale generazione alla guida dell’azienda trae, quindi, insegnamento dall’esperienza di nonno Pierino, produttore noto anche per il suo grande rispetto per il territorio, la comunità e l’ambiente; a riprova del suo impegno verso la tutela e la salvaguardia ambientale, Torraccia del Piantavigna ha, infatti, ricevuto anche il prestigioso premio Eco-friendly del Touring Club Italiano nel 2014, nel 2017 e nel 2018. La cantina aziendale, risalente ai primi anni ’70, è stata, inoltre, recentemente ampliata e ristrutturata; le botti di grandi e medie dimensioni usate per l’affinamento dei vini vanno dai 23 ettolitri ai 150 e i legni sono in parte di rovere francese di Allier ed in parte di rovere di Slovenia. Per quanto riguarda il processo di vinificazione, questo è seguito, in modo scrupoloso, da Mattia Donna, giovane e promettente enologo, Leonardo Valenti e Stefano Gallarate, enotecnico con preziosi anni d’esperienza in cantina. La produzione si concentra sul Ghemme DOCG, il Gattinara DOCG e su alcuni bianchi, rossi e rosati DOC, come "Barlàn", "Erbavoglio" e "Neb".