Barolo Pira Riserva DOCG 2006 - Roagna
Barolo Pira Riserva DOCG 2006 - Roagna
Barolo Pira Riserva DOCG 2006 - Roagna
Barolo Pira Riserva DOCG 2006 - Roagna
Roagna

Barolo Pira Riserva DOCG 2006 - Roagna

938,00 €
Esaurito
  • Annata: 2006
  • Denominazione: Barolo Riserva DOCG
  • Vitigno: nebbiolo 100%
  • Alcol: 13.5%
  • Formato: 0.75L
  • Allergeni: Solfiti
  • Consumo ideale: 2028/2031
  • Temperatura di servizio: 18/20 °C
  • Momento per degustarlo: Occasioni speciali
  • Giudizio di Tannico: 92pt
  • Tipologia: Rosso
  • Abbinamenti: Secondi di carne rossa, Selvaggina

Riconoscimenti annata corrente

97
Antonio Galloni

Note di degustazione

Granato con riflessi aranciati nel calice. Naso di rara complessità che unisce sensazioni di legno di sandalo, frutta rossa in confettura e scorza d’arancia a note eteree, ricordi di anice stellato e tabacco da pipa. Bocca bilanciata ma capace ancora di esprimere un senso di austerità. Lungo, articolato e ineffabile.

Abbinamenti

Rosso da stappare in occasioni speciali e da abbinare a piatti di pari valore: selvaggina nobile e piatti elaborati a base di carni rosse, meglio se impreziositi con un pregiato tartufo bianco.

Barolo Pira Riserva DOCG 2006 - Roagna: Perchè ci piace

Il vigneto Pira é un vigneto storico di Castiglione Falletto, il paese centrale della zona del Barolo, esposto a sud-est nel versante di Serralunga e Perno. E’ un vigneto con suolo e microclima unici: è protetto nella parte superiore dalle rocche di Castiglione e a valle da un bosco con un rio che scorre dalla Bussia. Le piante hanno un’età compresa tra i 25 e i 50 anni e le viti sono esclusivamente di origine massale. Questo eccezionale Barolo Pira Riserva DOCG dell’annata 1996 è un rosso unico e indescrivibile. Complesso, è capace di evolvere a lungo nel bicchiere regalando emozioni a non finire, per cui una volta aperto godetevelo con molta calma.

Cantina

La Cantina Roagna si trova a Barbaresco, nel cuore delle Langhe e produce vini che sono espressione pura e autentica del territorio.

Per raggiungere questo obiettivo, ha scelto di lavorare con viti vecchie, con apparati radicali molto profondi e capaci di donare uve di grande concentrazione aromatica. I terreni sono di origine sedimentaria marina, con stratificazioni di argille calcaree alternate a marne grigio-bluastre e sabbie. L’autenticità di ogni singola e diversa espressione, deriva da minime differenze del sottosuolo. Le vigne non vengono fertilizzate, non vengono utilizzati erbicidi o pesticidi e il suolo è completamente inerbito, così che viene stimolata la biodiversità e gli apparati radicali sono spinti ad andare in profondità. I ceppi presenti nei vigneti derivano da legni di madri-viti della zona, così da mantenere una popolazione di piante eterogenea.

Nel 2012 è iniziata una sperimentazione di viti da seme, ottenuta seminando vinaccioli delle viti più vecchie per originare nuove piante-figlie e salvaguardare o addirittura aumentare la biodiversità del vigneto. In cantina, così come tra i filari, rigide e rigorose sono le regole, seguite alla perfezione, costantemente e scrupolosamente: per le fermentazioni, sono utilizzati pied de cuve con lieviti indigeni e le macerazioni sono molto lunghe, a cappello sommerso, per trasferire al vino tutto ciò che di prezioso c’è nei grappoli. Stessa filosofia viene perseguita per le fasi di invecchiamento e affinamento: i controlli sono minuziosi, e l’obbiettivo finale è sempre quello di esaltare ciò che la stagione e il territorio sono riusciti a esprimere nelle uve.

Da tutto ciò nascono vini semplicemente straordinari, tra i quali incontriamo alcune delle migliori etichette di tutto il Piemonte. Dal Dolcetto alla Barbera, si passa per il Barolo e per il Barbaresco - con quest’ultimi provenienti da alcuni dei più prestigiosi cru, come Pajè o Asili - fino ad arrivare al Barolo Chinato e alla Grappa: etichette praticamente mitiche.

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