Bolgheri Rosso DOC "La volpe e l'uva" 2023 - Barone Ricasoli
Bolgheri Rosso DOC "La volpe e l'uva" 2023 - Barone Ricasoli
Bolgheri Rosso DOC "La volpe e l'uva" 2023 - Barone Ricasoli
Bolgheri Rosso DOC "La volpe e l'uva" 2023 - Barone Ricasoli
Barone Ricasoli

Bolgheri Rosso DOC "La volpe e l'uva" 2023 - Barone Ricasoli

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  • In pronta consegna
  • Annata: 2023
  • Denominazione: Bolgheri DOC
  • Vitigno: cabernet sauvignon 50%, merlot 25%, petit verdot 25%
  • Alcol: 14%
  • Formato: 0.75L
  • Allergeni: Solfiti
  • Consumo ideale: 2025/2031
  • Temperatura di servizio: 16/18 °C
  • Momento per degustarlo: Cena tra amici
  • Giudizio di Tannico: 92pt
  • Tipologia: Rosso
  • Abbinamenti: Primi di terra, Secondi di carne rossa, Selvaggina

Note di degustazione

Rosso rubino all’occhio, con riflessi porpora al calice. Ribes, ciliegie sotto spirito, more e frutti di bosco in genere caratterizzano l’olfattiva, poi contraddistinta anche da sfumature speziate, da richiami vegetali e da ricordi di tabacco dolce. Di ottimo corpo e gradevolmente sapido il sorso, serrato nella trama tannica e lungo nella persistenza.

Abbinamenti

Ideale con i primi piatti strutturati e saporiti, è ottimo con le pappardelle al ragù di lepre.

Bolgheri Rosso DOC "La volpe e l'uva" 2023 - Barone Ricasoli: Perchè ci piace

“Il Vino del Litorale”: così alla cantina “Barone Ricasoli” definiscono il loro Bolgheri Rosso "La volpe e l'uva" figlio del più classico taglio bordolese, in cui il cabernet si unisce al merlot e al petit verdot. Lasciato maturare per otto mesi in barrique, quello che ritroviamo al sorso è un rosso dal carattere fresco e scorrevole da un lato, poi anche scattane e mai scontato d’altro canto. Dai primi piatti strutturati della cucina di terra, per arrivare alle seconde preparazioni a base di carne, è un Rosso di Bolgheri con cui andrete sempre sul sicuro. È un vino che offre garanzie.

Cantina

Storia, tradizione e prestigio: ecco le parole che potrebbero riassumere lo sviluppo dell’azienda Barone Ricasoli, realtà che, secondo la prestigiosa rivista americana “Family Business”, testata che si occupa di analizzare le imprese a conduzione famigliare, è una fra le cantine più antiche del mondo, senza dubbio la prima all’interno del panorama del vino italiano. Il nome dei Ricasoli è infatti legato al mondo della viticoltura sin dal lontano 1141, anno in cui il Castello di Brolio, situato a Gaiole in Chianti, divenne di proprietà della famiglia. Col passare dei secoli, già all’inizio del ‘600 si hanno testimonianze delle esportazioni effettuate verso Olanda e Inghilterra, mentre agli inizi del ‘900 le bottiglie iniziarono i primi viaggi verso Cina, Sudafrica, Costa Rica e Afriche Britanniche. La storia dell’azienda è indissolubilmente legata a un personaggio in particolare, creatore di uno dei prodotti della Toscana che oggi riscuote più successo in tutto il mondo, il Chianti: si tratta del Barone Bettino Ricasoli, che, intorno al 1830, iniziò le sperimentazioni di un vino che, nella sua mente, doveva essere in grado di reggere il confronto con i grandi cugini francesi. Dopo circa 30 anni di tentativi, Bettino identificò la formula “magica” che diede vita al Chianti, evidenziando il ruolo fondamentale dell’uva sangiovese abbinata ad altri vitigni autoctoni a bacca rossa, come canaiolo e malvasia. Oggi l’azienda, guidata da Francesco Ricasoli, pronipote di Bettino, è la più grande del terroir del Chianti Classico, con circa 1200 ettari di proprietà di cui 235 sono coltivati con diverse tipologie di vitigni, sia autoctoni che internazionali. Ogni anno la produzione si attesta intorno ai 2 milioni di bottiglie, dove il sangiovese recita una parte fondamentale in quasi tutte le etichette, affiancato a volte da cabernet sauvignon, petit verdot, cabernet franc e merlot, per realizzare prodotti unici e identitari, che rappresentano nel mondo la storia del vero vino italiano di qualità.

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