Un vino rosso pregiato unico al mondo che ha reso la Valpolicella, zona collinare nei dintorni di Verona, una delle destinazioni simbolo degli amanti del vino rosso. Nato probabilmente per errore di un vignaiolo, l'Amarone della Valpolicella è un passito secco, caratterizzato da un’incredibile persistenza, tra i più pregiati vini rossi italiani, tanto da ottenere nel 2010 la denominazione Amarone della Valpolicella DOCG.
La sua unicità è data dall’insieme di diverse caratteristiche: un disciplinare che prevede possa essere prodotto solo nel territorio della Valpolicella, l’appassimento delle uve, una fermentazione molto lunga e un invecchiamento minimo di due anni. Sono solo alcuni dei motivi che ce lo fanno amare così tanto, proviamo a scoprire insieme anche gli altri a partire dalla sua storia.
Amarone della Valpolicella: un vino nato per caso
È il caso ad aver guidato la storia dell’Amarone, la versione più secca e amara del suo antenato, il Recioto. Sembra che il suo nome, derivante dalla parola “amaro” per distinguerlo dal dolce del Recioto, sia iniziato a circolare nel 1936 quando all’interno della Cantina Sociale Valpolicella il capo cantina Adelino Lucchese ritrovò una botte di Recioto che era stata dimenticata lì per errore, lasciando quindi che la fermentazione andasse avanti a oltranza.
Grande fu la sorpresa nell’assaggiarlo e nel constatare che quel vino non era affatto andato perso, anzi era perfettamente bevibile, solo più amaro e tannico rispetto all’autentico Recioto. Si narra che Lucchese bevendolo per la prima volta avesse esclamato: “Questo non è un Amaro, è un Amarone!”.
Dal rosso dolce per eccellenza era così nato l'Amarone, un prodotto molto diverso dal suo progenitore, ma ottenuto con le stesse tecniche di produzione e il medesimo uvaggio (così come il Ripasso di Valpolicella è oggi prodotto a partire dalle vinacce di Amarone). Dai tannini potenti, corposo, secco e con ottant’anni di storia alle spalle si è imposto come uno dei migliori passiti di tutti i tempi.
Vino Amarone: cosa lo rende unico
Con i suoi profumi intensi e sapori persistenti, l'Amarone si ottiene usando gli stessi vitigni autoctoni del Recioto, tipici della Valpolicella: la Rondinella, la Corvina e il Corvinone (quest'ultimo in una quantità non superiore del 50% in sostituzione della Corvina).
A renderlo unico è il processo di appassimento delle uve, che dura per circa tre mesi sulle arele, tradizionali graticci di bambù; durante l’appassimento gli acini si disidratano e la concentrazione degli zuccheri aumenta.
Le uve appassite (la vinificazione non può partire prima del 1° dicembre) vengono quindi sottoposte a pigiatura e a una lenta fermentazione che nell'Amarone può protrarsi anche per 90 giorni, trasformando tutta la parte zuccherina in alcol. Nel Recioto, invece, la fermentazione viene interrotta per conservare la dolcezza, dando origine a un vino più dolce e meno alcolico. Al termine della fermentazione, l'Amarone viene travasato in botti di rovere dove inizia la fase di affinamento che va da un minimo di 2 anni (per la DOCG) fino addirittura a 10 anni e oltre.
Con cosa abbinare l'Amarone?
Dal colore rosso rubino intenso, di grande corpo e con un bouquet che va dai frutti di bosco all’anice, ai frutti secchi e liquirizia, fino a note di cioccolato e tabacco, l’Amarone è protagonista di abbinamenti che sarebbero difficili da immaginare con un passito. È ideale se accompagnato a formaggi stagionati, arrosti, brasati e piatti della tradizione come la pastissada de caval. Perfetto anche per gli appassionati della griglia. Ma grazie alla sua rotondità si può gustare anche da solo, per questo è considerato un ottimo vino da meditazione.
Attualmente la denominazione prevede tre diverse diciture:
- Amarone della Valpolicella Classico: se prodotto nella sottozona storica (comuni di Fumane, San Pietro in Cariano, Sant’Ambrogio, Marano e Negrar).
- Amarone della Valpolicella Valpantena: se prodotto nella sottozona omonima, a nord di Verona.
- Riserva: se invecchiato per un minimo di 4 anni.
Il prezzo di un buon Amarone della Valpolicella
A causa del complesso processo produttivo (appassimento con calo di peso, lungo invecchiamento), l'Amarone ha un prezzo di partenza superiore a molti altri vini rossi.
Fascia di prezzo 30-50 euro: Questa è la fascia d'ingresso per un Amarone DOCG di qualità. Si possono trovare etichette ben strutturate, con note di frutta matura, tannini morbidi e una discreta persistenza, ideali per scoprire la denominazione.
Fascia di prezzo 50-100 euro: Qui si trova il cuore della denominazione, con vini di alta qualità prodotti da cantine rinomate, spesso provenienti da singoli vigneti (Cru). Questi vini presentano un'ottima struttura, complessità aromatica e potenziale di evoluzione in bottiglia.
Fascia di prezzo superiore ai 100 euro: In questa fascia si collocano gli Amarone di prestigio, le Riserve speciali e i vini prodotti dalle cantine più iconiche (come Dal Forno o Quintarelli). Sono caratterizzati da qualità straordinaria, intensità aromatica e persistenza eccezionale.
L’Amarone migliore: questione di annate e cantine
Qual è il miglior Amarone? Essendo un vino da invecchiamento, la risposta dipende soprattutto dall’annata. Secondo il Consorzio Tutela Vini Valpolicella, una delle migliori annate recenti è la 2015, caratterizzata da condizioni climatiche perfette che hanno favorito anche la "muffa nobile", contribuendo all'eleganza dell'Amarone. Andando indietro nel tempo sono ottime anche le annate 2011, 2009, 2004, 2000, 1998 e 1995.
Un altro aspetto fondamentale è la cantina: l'identità dell'Amarone si lega strettamente alle famiglie che da generazioni si tramandano saperi e pratiche di produzione. Difficile dire quale sia la migliore cantina, ma tra le più accreditate troviamo la storica famiglia Venturini, i Piona (proprietari dell’azienda Torre D’Orti), Tommasi, Allegrini, Masi, Bertani e Musella.
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