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Tenuta di Fiorano

Di proprietà del Principe Alessandrojacopo Boncompagni Ludovisi, la Tenuta di Fiorano ha una storia molto affascinante, legata alla figura del Principe Alberico Boncompagni Ludovisi, un personaggio istrionico e per certi versi misterioso. Tra gli anni Quaranta e Cinquanta, Alberico - grande appassionato di vino - piantò cabernet sauvignon, merlot, malvasia di Candia e sémillon, quest’ultimo pressoché sconosciuto in quell’epoca. Una produzione che si giovò anche di amicizie illustri, primo fra tutti con Veronelli, che frequentò la Tenuta per anni assieme a Tancredi Biondi Santi. Il Principe Alberico proseguì con questa passione fino al 1998 quando, in maniera improvvisa, espiantò quasi tutto il vigneto, decidendo di chiudere completamente la produzione. A seguirne le orme il cugino Paolo e il figlio Alessandrojacopo che cominciarono a occuparsi della Tenuta, rilevando altri 13 ettari di vigneto ai primi anni Duemila, sotto la guida dello stesso Alberico. Fu un nuovo inizio per la Tenuta, che ci porta ai giorni nostri, a quel terroir che fonda la sua stessa identità e a quella prestigiosa Cantina Storica (grotte ipogee nella roccia) che lo stesso Alberico, fece visitare ai pochi fortunati tra cui Luigi Veronelli. I terreni sono di origine vulcanica, composti da pozzolana e sedimenti di polveri di eruzione, che danno ai vini caratteristiche di sapidità e buona predisposizione all’invecchiamento. Da Cabernet sauvignon e merlot si ottengono il Fiorano e il Fioranello Rosso, due tagli bordolesi estremamente eleganti e muscolari, mentre dal grechetto e dal viognier si producono il Fiorano e il Fioranello Bianco, minerali, agrumai e sapidi. Ogni vino è una scoperta di aromi e gusto, davvero eccezionali che rievocano la tradizione dell’azienda che prevede un invecchiamento sia in botti di rovere di Slavonia da 10 ettolitri che in bottiglia nelle grotte naturali della storica cantina.