Vernaccia di San Gimignano DOCG "Fiore" 2023 - Montenidoli
Montenidoli

Vernaccia di San Gimignano DOCG "Fiore" 2023 - Montenidoli

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  • Annata: 2023
  • Denominazione: Vernaccia di San Gimignano DOCG
  • Vitigno: vernaccia 100%
  • Alcol: 13%
  • Formato: 0.75L
  • Allergeni: Solfiti
  • Consumo ideale: 2025/2029
  • Temperatura di servizio: 8/10 °C
  • Momento per degustarlo: Occasione informale
  • Giudizio di Tannico: 88pt
  • Tipologia: Bianco
  • Abbinamenti: Antipasti di pesce, Piatti vegetariani, Primi di pesce, Secondi di carne bianca

Note di degustazione

Giallo paglierino intenso. Al naso si esprime con sentori di frutti tropicali, lievi note floreali e toni salmastri. Al palato si rivela fine, fresco e di piacevole sapidità.

Abbinamenti

Ottimo in abbinamento agli antipasti caldi di pesce, si sposa bene anche con i crostacei al vapore, le carni bianche e i risotti di verdure.

Vernaccia di San Gimignano DOCG "Fiore" 2023 - Montenidoli: Perchè ci piace

La Vernaccia di San Gimignano DOCG "Fiore" di Montenidoli, di piacevole finezza, si esprime, fin da subito, con un caratteristico corredo minerale. Prodotta seguendo i dettami dell'agricoltura biologica, nasce, infatti, da uve allevate su terreni calcarei e questi segnano, in definitiva, il vino. Fresco e invitante, regala un assaggio piacevolmente tipico.

Cantina

Montenidoli sorge in uno splendido territorio, alle porte di San Gimignano; gli Etruschi furono i primi a scoprirne la vocazione e vi piantarono le prime vigne, seguirono, poi, i Romani e i Cavalieri Templari.
Elisabetta Fagiuoli e suo marito Sergio fondano la loro azienda nel 1965; Elisabetta, in particolare, che si porta dietro una tradizione vinicola familiare risalente al ‘600, si è messa al servizio di questo territorio con grande entusiasmo, rispettandone i valori e la tradizione.
Fin dagli inizi, quindi, la terra è stata rispettata; si è data la precedenza a metodi esclusivamente organici e si è scelto di usare solo zolfo e rame contro i parassiti.
Il vigneto di proprietà si sviluppa su 24 ettari; la parte più bassa delle vigne risale al Quaternario ed è composta dai sedimenti calcarei lasciati dal Mar Ligure, fondamentali per alimentare e profumare i vini bianchi, mentre più in alto il terreno risale al Triassico, è il più antico della Toscana ed è ricchissimo di minerali e prezioso per i vini rossi.
Sebbene, con gli anni, la proprietà si sia estesa, le varietà autoctone non sono mai venute meno; vernaccia, sangiovese, canaiolo, trebbiano gentile e malvasia bianca continuano, infatti, ad essere protagonisti dei vini di Elisabetta.
In particolare, la Vernaccia di Elisabetta, si fa testimone, in tutte le diverse versioni - macerata, affinata in vasche di cemento vetrificato o totalmente lavorata in legno - sia della tipicità e complessità del varietale, che degli aspetti più tradizionali e autentici legati, da sempre, alla sua produzione.
Dal primo vino prodotto, nel 1971, selezionato dallo stesso Luigi Veronelli in una delle sue prime recensioni, nulla è cambiato; i bianchi e i rossi di Elisabetta sono, sempre, vini di vertice, espressioni lampanti del territorio natio, poco propensi a strizzar l'occhio alle richieste del mercato.

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