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Privateer

La storia della Distilleria Privateer inizia tanto tempo fa, pare inizi addirittura con i corsari... nella seconda metà del Settecento Andrew Cabot, l'antenato del fondatore (che porta, dopo sei generazioni, lo stesso nome), era commerciante, distillatore di rum e corsaro americano di successo durante la rivoluzione americana. La sua flotta ammontava a più di venticinque navi inclusa la True American, da cui prende il nome un rum. Proprio lo spirito del New England dà la determinazione di produrre solo i migliori rum attraverso l'adesione senza compromessi all'uso di ingredienti di alta qualità. Privateer Rum sta seguendo l'esempio dei corsari, che con coraggio e determinazione hanno ribaltato l'esito della Rivoluzione, la Distilleria Privateer ha scelto deliberatamente di ignorare le pratiche comunemente accettate dai produttori di rum più grandi: dolcificare, aromatizzare, filtrare e aromatizzare il loro distillato industriale, e ha deciso di stabilire un nuovo standard nel rum americano, e soprattutto del Rum del New England fatto di onestà e purezza: “Best ingredients. Best practices. Never sweetened. Never filtered.” Solo i migliori ingredienti, solo le pratiche migliori pratiche. Nessuna dolcificazione, nessuna filtrazione. La Privateer Distillery produce solo Rum, la master distiller Maggie Campbell utilizza melassa biodinamica dal Guatemala, appoggia un approccio fermentativo naturale e con lieviti indigeni che ha durata di circa sei giorni, procede poi con una doppia distillazione in alambicco di rame con una piccola colonna di rettificazione. L'affinamento dei rum, lì dove diventa strumento del gusto e del tempo, avviene in barili nuovi di rovere americano. Andrew Cabot, oggi CEO dell'Azienda, oggi ha un motto che segna la produzione e garantisce un futuro radioso: “How can we do this better?” Il risultato è davanti agli occhi, ma soprattutto: si sente.