Untitled-1

Il Vignale

"La storia dell'azienda Santa Clelia inizia nel 2000, in provincia di Torino, sul confine dei comuni di Mazzè e Caluso, nel cuore delle colline canavesane e dell'intera produzione dell'Erbaluce.
Nel Canavese la coltivazione dell’Erbaluce risale ai tempi antecedenti la conquista del territorio da parte dei Romani, i quali importarono qui il loro razionale metodo di coltivazione, la cui impostazione perdura tutt'ora: ramificazioni ad almeno un metro da terra e sviluppo dei tralci su una struttura portante a pergola denominata “alteno canavesano”.
Dall’uva bianca erbaluce, il cui nome pare derivare dalla leggendaria ninfa Albaluce, si ottengono tre tipologie di vino (Erbaluce di Caluso, Spumante e Passito), a dimostrazione del grande potenziale enologico di questo vitigno.
Dalla Serra al Gran Paradiso, da Chiasso alla Vallèe, i vigneti sono sempre parte integrante di questo passaggio, caratterizzato da numerosi castelli ad imperitura testimonianza dei signori e dei feudi del grande passato locale.
I vigneti, la cui coltivazione a ridosso delle Alpi richiede cure attente, testimoniano un amore ed una passione per la terra che hanno radici antiche; le viti, infatti, caratterizzano da secoli questo museo all’aria aperta, dove i vini hanno una lunga storia e la cui eredità sopravvive nelle uve coltivate attualmente.
In questi luoghi, l’esperienza e la tradizione si fondono con la voglia di innovazione di viticoltori, desiderosi di raggiungere traguardi qualitativi sempre più elevati, come quelli dell'azienda Santa Clelia.
Nel massimo rispetto per il territorio e per la purezza del monovarietale a Santa Clelia, su 12 ettari, si è impiantato in prevalenza il vitigno erbaluce, dalle cui uve si produce, in purezza, l'""Ypa"", il non filtrato ""Essenthia"", il Metodo Classico ""Rigore"" e l'Oro del Canavese, ovvero il prezioso Passito ""Dus"", le cui uve appassiscono per sei mesi e poi vengono sofficemente pigiate e lasciate invecchiare per almeno quattro anni in pregiate botti di rovere.
"