Jermann, il sognatore di vino

Di Redazione

Quando si parla di cantine come Jermann l’ordinario lascia sempre spazio alla sorpresa. Non una cantina da tutti i giorni, va detto, proprio perché da 30 anni produce vini speciali grazie all’intuizione di un uomo speciale.

L’uomo in questione chiama Silvio Jermann, e qualche anno fa è stato eletto da Gambero Rosso produttore-simbolo dei vini bianchi italiani nel mondo. Un riconoscimento per nulla inatteso, perché arriva dopo una vita fatta di ricerca, coraggio e forza intellettuale. Erede di una grande tradizione vinicola, da giovane ha scelto di andare in Canada a fare scomodamente vini di testa sua quando poteva benissimo farne a casa sua, “molto più comodamente” come conferma lui.

Senza quell’esperienza però non sarebbe nato nel 1975 un mito liquido come il Vintage Tunina (“il vino senza eguali” e “il Mennea dei vini italiani” secondo uno come Veronelli), che a mani basse viene considerato uno dei migliori bianchi d’Italia. E parliamo di una terra che, modestamente, di bianchi leggendari ne produce parecchi. Longevo, complesso, interminabile, ha collezionato una serie infinita di premi e di dichiarazioni d’amore senza freni.

A partire da lì, Silvio ha creato da zero un nuovo modo di fare vino, contro le mode di quegli anni che imponevano vini bianchi sbilanciati, caldi e potenti. Lui invece rincorreva i profumi fini, l’equilibrio e le passioni personali: la numerologia (non per caso ha fondato la cantina di Ruttars il 07.07.07), il pensiero laterale, le discipline mentali.

La filosofia dietro alla cantina, è che il vino sia per lo spirito oltre che il palato: dal Tunina in poi, vino “da meditazione” nel senso che fa meditare, tutte le creazioni sono il riflesso della sua anima in continua ricerca. W…Dreams per esempio (altro bianco elegante invecchiato nel rovere che stupisce per longevità) è una “ricetta” ispirata dalle atmosfere degli U2 di The Joshua Tree, immaginando un nettare capace “di esprimere la speranza infinita dei desideri”. In origine era “Where the Dreamscape have no end”, ma quei puntini ormai sono più un “Where Dreamscape can happen”.

Desideri, in ogni caso. E il più grande, vero sogno di Silvio è di riunificare il territorio italiano e sloveno nella denominazione geografica di un’unica collina, il Collio-Brda. Proprio dal versante opposto di questo confine è nata infatti la storia vinicola degli Jermann, celebrata nei suoi 110 anni con un vino che riassume tutto il viaggio familiare: Capo Martino Se c’è un uomo capace di realizzare quel desiderio è certamente lui, caparbio distruttore di convenzioni. Guarda ad esempio la scelta del tappo a vite: “perché non usarlo se è la cosa migliore?” La risposta è nei fatti, visto che nel giro di qualche anno l’alluminio tapperà tutti i bianchi della cantina, dagli Chardonnay alle Ribolla e i Riesling, fino ai mostri sacri.

Sfidare le regole, pensare diversamente, non dare nulla per scontato e ricominciare da capo. Questa è la storia di una casa vinicola che ha reinventato mille volte se stessa rimanendosi sempre fedele. “Non abbiamo mai smesso di immaginare vini, sempre con la voglia di creare emozioni”.

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