Vino Rosato "Vinudilice" - I Vigneri
I Vigneri

Vino Rosato "Vinudilice" - I Vigneri

41,00 €
  • In pronta consegna (fino a 6 prodotti)
  • Alcol: 12.5%
  • Formato: 0.75L
  • Allergeni: Solfiti
  • Temperatura di servizio: 12/14 °C
  • Momento per degustarlo: Cena tra amici
  • Giudizio di Tannico: 93pt
  • Tipologia: Rosé
  • Abbinamenti: Secondi di carne bianca, Secondi di pesce

Note di degustazione

Occhio di un bel rosa brillante intenso. I sentori allolfatto sono di lamponi, fragole, melagrane, fiori di tiglio e petali di rosa. In degustazione ritorna la frutta a bacca rossa, sono leggermente percepibili i tannini e ottima risulta la lunghezza.

Abbinamenti

Può accompagnare piatti a base di pesce o carne bianca. Perfetto con gli spaghetti al tonno e ottimo con lorata alla griglia con pomodori e carciofi.

Vino Rosato "Vinudilice" - I Vigneri: Perchè ci piace

Non vengono usati solfiti né lieviti selezionati, ogni passaggio produttivo è effettuato seguendo le fasi lunari, e le uve derivano da agricoltura biologica nella sostanza più che nel riconoscimento: questo Vino Rosato Vinudilice, de I Vigneri, è imperdibile per chi ama la categoria. Materico e insolito, ricco di mineralità. Favoloso.

Cantina

I Vigneri: alle radici della viticoltura isolana

La Sicilia è un’isola dell’Italia del sud che riveste oggigiorno un ruolo rilevante nel panorama della viticoltura italiana. I vigneti del territorio siciliano ricoprono circa 123 mila ettari.

La viticoltura in Sicilia ha origini antichissime, risalenti addirittura prima dell’arrivo dei Greci, nel 2000 a.C.. Furono i Greci, tuttavia, ad apportare migliorie nella qualità della produzione dei vini locali, sino poi all’arrivo dei Romani, i quali abbandonarono la coltivazione della vite a favore di quella del grano. Con le conquiste successive dell’isola, l’attività vitivinicola riprende vigore, sino alla distruzione causata dalla fillossera e dalla peronospora agli inizi del ‘900, dopo la quale il panorama viticolo siciliano ne risultò profondamente trasformato.

La nascita dei Vigneri

Era il lontano 1435, quando a Catania venne fondata un’associazione tra vitivinicoltori chiamata la “Maestranza dei Vigneri”.

Si trattava in sostanza di una corporazione, che attualmente, a distanza di poco meno di sei secoli, rivive ed è rinnovata sotto il nome de “I Vigneri”, consorzio vitivinicolo guidato da Salvo Foti, che raggruppa veri vignaioli siculi ed è finalizzato a perseguire una viticoltura tradizionale e di eccellenza.

La filosofia produttiva dietro ai vini dei Vigneri

Senza stravolgere gli equilibri naturali, tra i filari sono rispettate poche regole ma ferree.

Le piante, rigorosamente allevate ad alberello, raggiungono e superano anche i cento anni d’età, convivendo con le erbe spontanee e divenendo parte integrante della biodiversità. In cantina si respira l’aria di un tempo e, nell’era delle biotecnologie capaci sembra di tutto, si continua a fare il vino esclusivamente con l’uva.

Partendo dai vitigni autoctoni tipici della grande isola, i produttori appartenenti all’associazione, sparsi dall’Etna alle Eolie per arrivare a Pantelleria passando per Caltagirone e Pachino, mantengono la propria identità, imbottigliando i propri vini sotto il simbolo dell’antica corporazione, costituito da quell’alberello oggi a rilievo sul vetro, ma che affonda le sue radici nel lontano 1435.

Tra i vini più iconici di questo consorzio ci sono senza dubbio le grandi rivelazioni vinicole degli ultimi anni, l'Etna Bianco "Vigna di Milo" e l'Etna Rosso DOC "Vinupetra", entrambi acclamati e premiati dai più importanti wine critic italiani e internazionali, a suggello di una fama che ormai travalica i confini dell'isola e della penisola per arrivare ad ogni latitudine.

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