Friuli Colli Orientali Verduzzo DOC "Arzillari" 2022 - I Clivi
I Clivi

Friuli Colli Orientali Verduzzo DOC "Arzillari" 2022 - I Clivi

18,50 €
  • In pronta consegna (fino a 8 prodotti)
  • Annata: 2022
  • Denominazione: Friuli Colli Orientali DOC
  • Vitigno: verduzzo 100%
  • Alcol: 13%
  • Formato: 0.75L
  • Allergeni: Solfiti
  • Consumo ideale: 2023/2026
  • Temperatura di servizio: 8/10 °C
  • Momento per degustarlo: Aperitivo, Cena tra amici
  • Giudizio di Tannico: 87pt
  • Tipologia: Bianco
  • Abbinamenti: Crostacei, Primi di pesce, Secondi di pesce

Note di degustazione

Il colore è di un bel giallo paglierino intenso alla vista, con riflessi leggermente dorati. Aromatico e delicatamente complesso il naso, con note di frutta gialla matura e di fiori di campo che vengono seguite da rimandi al miele, alla nocciola tostata e al caramello. Il palato è scorrevole e fragrante, coerente con l’olfatto e di ottima lunghezza.

Abbinamenti

Se stappato per l’aperitivo è ottimo con i crostacei: da provare insieme ai gamberoni alla griglia.

Friuli Colli Orientali Verduzzo DOC "Arzillari" 2022 - I Clivi: Perchè ci piace

Spesso interpretata nella versione “frizzante” e “dolce”, quella del verduzzo è un’uva che a volte viene lavorata anche per ottenerne vini bianchi secchi, come nel caso del Verduzzo "Arzillari" de I Clivi. Certificato biologico, è un bianco che ci arriva direttamente dalle terre dei Colli Orientali del Friuli, per raccontarci storie di profumi e di aromi, di delicate complessità e di gradevoli freschezze, in un sorso scorrevole e snello, mai scontato e mai banale.
Lavorato esclusivamente in acciaio e lasciato invecchiare per 6-8 mesi sulle fecce fini, è un Verduzzo eccezionale con i crostacei: insieme con i gamberoni alla griglia vi farà perdere la testa.

Cantina

Da Treviso all’Africa occidentale, per poi ritornare nel Collio del Friuli: dopo un diploma in ragioneria e dopo essere stato alle dipendenze del padre come oste nella piccola trattoria di provincia, Ferdinando sceglie di andare alla scoperta del mondo, accettando l’incarico di una ditta francese di trasporti. Questo il punto di partenza, da cui Ferdinando ha preso le mosse per arrivare a conoscere il vino, e quindi la Borgogna e Bordeaux, la Champagne e i friulani storici, i Barolo e la Toscana. A metà degli anni ’90, poi, un desiderio che si trasforma in realtà, con l’acquisto di una piccola vigna di due ettari lungo le pendici meridionali del Monte Quarin.
Dall’altra parte un’altra storia che cresce e si intreccia con quella di Ferdinando: è Mario, che dopo una laurea in Economia a Milano ritorna nelle terre del Friuli, e comincia quasi per gioco a sporcarsi le mani, lavorando tra i filari e impegnandosi a tempo pieno.
Nel frattempo, ai due ettari si aggiunge un altro vigneto, e si dà il via alle prime vinificazioni, esclusivamente a opera dei soli lieviti indigeni quando ancora di lieviti indigeni non ne parla nessuno. Scelte precise e intelligenti, ai tempi, che vedevano friulano e verduzzo, e friulano e malvasia unirsi in blend, mentre di contro tra i rossi è solo il merlot che tiene alta la bandiera tanto del cru di Brazan quanto del vigneto di Galea.
Un passo avanti ed ecco le prime sperimentazioni, libere e creative, espressive di quello che è il vino secondo le proprie convinzioni e al meglio delle proprie possibilità, con le prime barbatelle di ribolla gialla che trovano dimora.
Fatica e sudore, che non sempre fanno rima con successo, ma sempre sono affiancate da convinzioni che parlano di nessuna chiarifica, di pressatura soffice per ottenere e lavorare il solo mosto fiore, di malolattica in base alla stagione e di lunghissimo riposo sulle fecce fini, e quindi le prime vinificazioni separate dei singoli cru.
La storia moderna parla di un’espressione pura e vera del territorio, con “I Clivi” e con Ferdinando e Mario Zanusso, padre e figlio, che sono sempre in movimento, provenienti da lontano e in cammino verso il futuro. Scopri questa cantina nella nostra enoteca online.

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