I 3 migliori Etna Bianco per un'estate di freschezza vulcanica
Di Redazione
Anni ‘70: l’Etna DOC è nata da solo due anni (nel turbolento 1968).
In quel momento sono pochissimi i produttori e quasi tutti concentrati sul vitigno a bacca rossa che è il principe indiscusso della viticoltura sulle pendici del vulcano: il nerello mascalese, protagonista dell’Etna Rosso.
E l’Etna Bianco? Ai tempi era ancora lontanissimo dalla fama e dai livelli di qualità odierni, che ne fanno uno dei bianchi italiani più apprezzati nella penisola e all’estero.
Questo perché il Carricante, protagonista indiscusso dell’Etna Bianco, era ancora usato in assemblaggio, soprattutto col Catarratto, o addirittura venduto come vino sfuso per il consumo immediato e per realizzare vini da tavola. Le viti erano spesso allevate a tendone o a spalliera, metodi di coltivazione ottimi per le rese ma non certo per la qualità dell’uva e quindi dei vini.
La rivoluzione degli anni ‘90
Sarà solo verso la fine del XX secolo che la musica cambierà per i bianchi dell’Etna, grazie al ruolo pionieristico di alcuni produttori ostinati e convinti fermamente della qualità e del potenziale del Carricante.
Per fare qualche nome: Benanti, Graci, Terre Nere ma anche i Vigneri (l’associazione di piccoli produttori etnei fondata da Salvo Foti).
Sono loro a far notare al resto dei viticoltori un dettaglio non da poco: a differenza dei rossi e del Nerello Mascalese, il Carricante, che sul vulcano si coltiva da quando si fa il vino (e parliamo dei tempi della Magna Grecia), è in grado di rendere e svilupparsi fino ad altitudini di 800 metri sul livello del mare, dove il Nerello non arriva.
Non solo, ci si rende conto che, se vinificato in purezza e soprattutto se allevato ad alberello (la tecnica più antica di viticoltura) il Carricante è in grado di dar vita a vini bianchi raffinatissimi, verticali come una montagna, sapidi, fumé, in grado di invecchiare anche per più di dieci anni come i migliori Riesling della Mosella.
Il lavoro di recupero è stato straordinario, frutto di viticoltura a dir poco eroica, lavorando con vigne talvolta centenarie, abbarbicate sul crinale del vulcano, regalando bacche d’uva d’intensità impareggiabile.
Abbiamo quindi selezionato 3 bianchi dell’Etna, diversi tra loro e in grado di rappresentare le diverse anime del lato est della montagna (la più vocata per i bianchi), ognuna a una differente fascia di prezzo per accontentare chi si approccia la prima volta a questi bianchi vulcanici e chi già li conosce.
Etna Bianco DOC 2022 - Tornatore
Cantina Tornatore è situata nella zona settentrionale dell’Etna ed è l’azienda che vanta il maggior numero di ettari vitati (ben 100).
Tra i filari e in cantina l’approccio è all’insegna dell’incontro tra tradizione e innovazione, con volumi alti di bottiglie prodotte, ma sempre con un occhio rigoroso alla qualità.
Questo Etna Bianco DOC è un Carricante in purezza. Le uve sono vendemmiate a mano, il vino affina poi 4-6 mesi in cemento. Da bere giovane, spicca per note di frutta bianca con sprazzi mentolati e l’immancabile sapidità bella tesa dei bianchi etnei.
Ottima qualità-prezzo, perché un Carricante in purezza a 20,90 € premiato da 89 punti Parker è comunque tanta roba.
Etna Bianco DOC "Luci Luci" 2020 - Al-Cantàra
Eletta "cantina dell'anno" al Vinitaly 2023, Al-Cantàra è una realtà relativamente nuova, nata nel 2005 sulle pendici del versante nord del vulcano. Ogni vino per l'azienda è una dichiarazione d'intenti e di stile, grazie anche alle etichette realizzate in collaborazione con giovani artisti siciliani. Ne è un'ulteriore dimostrazione anche la cantina museo.
Prodotto con 100% Carricante, questo "Luci Luci" ammalia già alla vista con un giallo paglierino brillante. Al naso, ti accoglierà con profumi di fiori bianchi e frutta fresca come mela gialla e frutta tropicale, arricchiti da una vibrante mineralità che riflette il suolo lavico dell'Etna. Al palato, è un'esplosione di freschezza e sapidità, con una profondità che si sviluppa in un finale elegante e persistente.
Siamo nel versante Nord, contrada Feudo S.Anastasia, zona vocata che da vita a Carricante di freschezza impareggiabile e questo Al-Cantàra non fa eccezione. Il prezzo, 23€, è un ottimo punto d'ingresso nel mondo degli Etna Bianco più pregiati.
Etna Bianco DOC "Archineri" 2022 - Pietradolce
Ti ricordi quando parlavamo di quei produttori leggendari che hanno deciso di puntare tutto sul Carricante e sulla rivincita dell’Etna Bianco?
Bene, l'azienda agricola Pietradolce è uno di quei produttori.
Siamo di nuovo sul versante Nord dell'Etna, stavolta nel cuore di una delle zone di viticoltura più antiche della montagna. I vigneti di Pietradolce hanno talvolta più di 100 anni di età e crescono su suoli franco-sabbiosi pieni di minerali e perfetti per l'allevamento del Carricante. Alcune delle parcelle sono abitate da viti pre-fillossera che crescono ad alberello, tanto per dare un'idea del patrimonio enologico che questa cantina custodisce!
Questo "Archineri" è un Etna Bianco che sposta in altissimo l'asticella della qualità. Prodotto in contrada Caselle a ben 850 metri sul livello del mare, in suoli sabbiosi e vinificato da viti che in alcuni casi portano sulle spalle 150, non è un errore, anni d'età. Il vino ha un costo, 49,90€, che è più che motivato dagli aromi eleganti, frutti come nespole e note minerali e di pietra focaia che al palato si traducono in una freschezza pazzesca, data anche dall'affinamento in solo acciaio. Che dire, se vuoi un'Etna Bianco che sia una cartolina enologica di questo vulcano unico, questo "Archineri" è l'etichetta giusta.
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