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Pian della Chiesa

Otto ettari in totale, immersi in un parco naturale composto dalla tipica macchia mediterranea, in cui i pini marittimi si alternano a intricati sentieri al confine con ripide e scoscese scogliere. L’altitudine va dai 350 ai 900 metri sul livello del mare e lo scenario è quello del promontorio di Caprione, ultimo baluardo ligure verso oriente. Siamo per l’appunto in Liguria, nelle Cinque terre, nella riviera di levante, a ridosso della toscana settentrionale: è qui che si incontra l’azienda vitivinicola - nonché struttura ricettiva - Pian della Chiesa, appartenente e gestita da Ottavio Muzi Falconi e Margot Jacini, che dopo aver abbandonato la precedente e frenetica vita di Londra, dal 2003 hanno optato per un ritorno alla ""naturalità"", acquistando la proprietà di Pian della Chiesa.
All’inizio è stato un duro lavoro, volto soprattutto a recuperare quello che per anni era stato abbandonato, per cui tanto gli antichi casolari quanto gli incolti terreni sono, piano piano, tornati a vivere.
I filari aziendali ospitano uve di shiraz, merlot, massaretta e cabernet franc e in cantina si lavora con il massimo rispetto per la materia prima; ogni passaggio produttivo è volto a esaltare quanto la stagione e il territorio hanno saputo dare attraverso le uve.
Inoltre, nel 2016 si è avviata la conversione al biologico e la produzione del 2020 può finalmente vantare la certificazione.
La produzione, al momento, si concentra sul ""Margot"" e sul ""Margot Terrazze""; si tratta di due rossi, prodotti con uve syrah, merlot, massaretta e cabernet franc e il primo senza aggiunta di solfiti. La cantina si attesta tra le 3000 e le 1500 bottiglie annuali; il ""Margot Terrazze"", in particolare, si ferma alle 1000 bottiglie all'anno, in quanto è prodotto solo quando specifiche caratteristiche delle uve lo permettono.