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Aglianico

L’Aglianico è uno dei vitigni più importanti del Sud Italia, in particolare della Campania e della Basilicata, e dà vita ad alcuni dei vini rossi campani più famosi d’Italia come il Taurasi, l’Aglianico del Taburno e l’Aglianico del Vulture. In questa sezione della nostra enoteca troverai il miglior Aglianico delle cantine più importanti, dalle più grandi agli artigiani della vigna.
Le uve di Aglianico vengono raccolte a fine novembre, si tratta infatti di un vitigno tardivo che predilige terreni argillo-vulcanici e calcarei come quelli che circondano la zona di Taurasi in Campania o quella del Vulture in Basilicata.
Non ama il caldo eccessivo o secco e soffre gli inverni troppo rigidi, per questo cresce bene in collina nelle aree ventilate; ma la spiccata componente tannica lo protegge anche da condizioni climatiche sfavorevoli.
Le origini di questo vitigno a bacca rossa vanno ricercate forse nell’antica Grecia; avrebbe fatto il suo ingresso in Italia tra il VII e il VI secolo a.C, probabilmente portato dai primi coloni greci che fondarono Cuma. Non ci sono molte certezze neanche sul nome: alcune teorie lo farebbero risalire all'antica città di Elea (Eleanico) sulla costa campana, secondo altre invece deriverebbe dalla parola “Ellenico” storpiata in “aglianico” durante la dominazione aragonese nel corso del XV secolo, a causa della doppia “l” che nella pronuncia spagnola diventa “gli”. C’è chi invece rintraccerebbe l’etimologia del termine nella combinazione del suffisso "anicus" che in latino sta a indicare appartenenza a qualcosa e dal termine "llano" che in spagnolo significa pianura: aglianico sarebbe quindi “vino della pianura”.
Il vino Aglianico ha delle caratteristiche ben riconoscibili: un colore rosso rubino scuro che nelle bottiglie più invecchiate tende al granato e un bouquet di profumi caldo che va dai frutti rossi maturi (violetta, mirtilli, ciliegia, ribes) alle note speziate (pepe nero, tabacco, eucalipto, radice di liquirizia); al palato è corposo e strutturato. Quando invecchia si arricchisce di profumi di visciole sotto spirito, fichi disidratati, prugne e spezie dolci; è in questa versione che esprime il massimo del suo potenziale dopo un affinamento in legno dai 5 ai 10 anni (in barrique o in botte grande), tanto da essere definito il “Barolo del Sud”. A conferire all’Aglianico un’elevata capacità di invecchiamento, sono una forte acidità e la presenza di tannini molto spigolosi, combinati con un’alta gradazione alcolica.
Le zone di produzione che ne hanno decretato il successo internazionale sono la Basilicata, la Campania, la Puglia e il Molise. Nei terreni vulcanici l'Aglianico trova il proprio habitat ideale, ma la sua versatilità lo rende un vino adattabile alle diverse zone di coltivazione e gli conferisce caratteristiche diverse in base all’ambiente, che determina due differenti varietà: l’Aglianico del Vulture coltivato in Basilicata e quello diffuso invece in Campania. Da qui hanno origine tre grandi biotipi di Aglianico DOCG: così in Campania trova la sua massima espressione nel Taurasi, un rosso strutturato ed elegante, coltivato nel territorio dell'Irpinia in provincia di Avellino, e in grado di invecchiare molto bene; un’altra zona importante è quella della provincia di Benevento (aglianico beneventano), dove nella Docg Aglianico del Taburno troviamo vini dotati di grande carattere. Infine in Basilicata, sui suoli vulcanici del Vulture, antico vulcano inattivo in provincia di Potenza, ci sono alcune delle espressioni più interessanti di questo vino rosso; l’Aglianico del Vulture è l’unico vino della provincia di Potenza ad aver ottenuto il marchio DOCG il 30 novembre del 2011 con il nuovo nome Aglianico del Vulture Superiore.
Negli ultimi anni la coltivazione dell’Aglianico è stata introdotta con buoni risultati anche in alcune aree del mondo come la California, l’Australia e il Nord America (Texas, Arizona, Ontaro).
Grazie alla sua struttura il vino Aglianico si abbina benissimo con secondi di carne dal gusto ricco e deciso: con l’agnello crea un connubio difficile da eguagliare. I tannini pronunciati e l’acidità lo rendono perfetto se abbinato con piatti come i brasati, la selvaggina, gli spezzatini, gli arrosti, o il soffritto di maiale irpino e il capretto all’avellinese se vogliamo rimanere se rimanere in Campania.
In Basilicata è un piacere sorseggiarlo con piatti tradizionali come la Frascatula, gli Gnummareddi, l’Agnello a Cutturidd. Tra gli abbinamenti classici spicca quello con il formaggio, in particolare il caciocavallo lucano o il provolone impiccato di cui l’Aglianico esalta la piccantezza, ma anche il pecorino, il caciocavallo di bufala e la scamorza.
Ottimo anche con gli affettati come salami di suino e cinghiale, soppressata, capocollo e salame pezzente lucano.
Qui potrai scegliere tra le migliori cantine dell'aglianico: dal Basilisco lucano di proprietà della storica cantina irpina Feudi di San Gregorio al prestigioso Taurasi di Joaquin fino al fascino dell’unico rosso prodotto da Elena Fucci, piccola realtà lucana nel cuore dell’Aglianico del Vulture. Cerca nella nostra enoteca online il tuo Aglianico preferito!

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