Americano, irlandese o scozzese: qual è il miglior Whisky?
Whisky americano, irlandese o scozzese? Tra storie millenarie e tradizioni radicate, la scelta del Whisky più adatto ai propri gusti o più indicato per l’occasione, diventa un vero e proprio viaggio in mondi affascinanti, tanto simili tra loro quanto diversi per tecniche produttive, scelta delle materie prime e metodologie di invecchiamento. Ecco allora che la domanda “Whisky americano, irlandese o scozzese?” non è una banale domanda, e le risposte non sono così immediate.
Partiamo però da una curiosità: si scrive Whisky o Whiskey? La risposta è meno scontata di quanto possiate immaginare, ovvero: con il termine Whisky si indicano generalmente i distillati scozzesi (nonché quelli giapponesi e canadesi) mentre Whiskey è usato per individuare i distillati americani e irlandesi.
Ma le differenze non si limitano alla sintassi, bensì coinvolgono il gusto, i processi di distillazione e le normative di produzione. Procediamo con ordine.
Whisky Scozzese
Sembra che la storia del Whisky scozzese abbia avuto inizio nel IV-V secolo d.C., anche se le prime fonti ufficiali che citano la distillazione in Scozia risalgono al 1494, anno in cui il monaco John Cor dell’abbazia di Lindores nel Five, ricevette ufficialmente l’incarico reale per la produzione di acquavite.
Materie prime: gli ingredienti principali per gli Scotch Whisky sono il malto d’orzo e l’acqua pura.
Distillazione: gli Scotch Whisky vengono prodotti con un processo di doppia distillazione eseguita in alambicchi di rame, in inglese chiamati pot still
Invecchiamento: in Scozia l’invecchiamento minimo previsto per il Whisky è di tre anni, da trascorrere in botti di rovere, spesso precedentemente usate per l’invecchiamento del Bourbon o dello Sherry.
Le circa 150 distillerie scozzesi sono situate tra le cinque principali regioni di produzione del paese: Campbeltown, Highland, Islay, Lowland e Speyside, collocate principalmente lungo la costa occidentale, ma anche in parte nel nord-est e a sud del Paese.
Le due principali tipologie di Whisky scozzese sono i Single Malt e i Blended, i primi prodotti in una sola distilleria e impiegando solo malto d’orzo, mentre i secondi ottenuti dall’unione di più distillati.
Un’altra distintiva caratteristica degli Scotch Whisky è la torbatura, dovuta a un processo di essiccazione del malto d’orzo che avviene all’interno di forni alimentati con la torba, un combustibile di natura organica che con i suoi fumi pungenti rilascia al distillato il tipico gusto affumicato.
Se dovessimo stilare un’ideale classifica “top five” delle distillerie scozzesi, immancabilmente non potremmo non citare Macallan, Glenfiddich, Laphroaig, Highland Park e Lagavulin.
Whiskey Irlandese
Al pari del Whisky scozzese, il Whiskey irlandese è uno dei distillati più antichi al mondo, con origini che risalgono al VI secolo d.C., e anch’esso come lo Scotch Whisky era prodotto inizialmente dai monaci che dopo aver appreso le tecniche di distillazione in Oriente le importarono in Irlanda. Inizialmente usato a scopi medicinali, l’Irish Whiskey divenne popolare nei secoli successivi, tanto da conquistare il mercato europeo e americano nel XVIII e XIX secolo.
Materie prime: gli Irish Whiskey sono ottenuti da miscele di malto d’orzo e cereali, che conferiscono al distillato toni leggeri e fruttati.
Distillazione: gli Irish Whiskey sono prodotti seguendo una tripla distillazione, processo che elimina le impurità, li rende morbidi e rotondi.
Invecchiamento: come per gli Scotch Whisky, anche gli Irish Whiskey sono invecchiati in botti di rovere, che presentano tuttavia una tostatura più dolce e meno marcata.
Caratterizzati da un profilo aromatico che spazia da note fruttate e floreali a sentori di miele e spezie dolci, gli Irish Whiskey sono fortemente influenzati dal terroir irlandese connotato da un clima umido e temperato, che combinato con terreni fertili, favorisce la crescita di orzo di alta qualità e fornisce acqua di sorgente pura, utilizzata nelle prime fasi del processo produttivo.
Tra le aree di produzione regionali, possiamo individuare Dublin, che offre distillati morbidi e complessi, l’Irlanda del Nord, che propone Whiskey con sentori speziati, Cork e Midleton, dove si producono Whiskey pregiati di alta qualità. Nel sud si producono Whiskey pregiati, che puntano sulla qualità delle miscele e sull'invecchiamento in botti di quercia.
Tra le distillerie più celebri, spiccano Jameson, la più conosciuta al mondo, Redbreast, famosa per i Whiskey di fascia alta, Bushmills, pioniera nell'Irlanda del Nord e Teeling, che combina tradizione e innovazione. In sintesi, il Whiskey irlandese è sinonimo di qualità e raffinatezza, perfetto per chi cerca un’esperienza morbida e armoniosa.
Whiskey Americano
Il Whiskey americano è una delle espressioni più distintive della cultura statunitense, nato dall’incontro tra tradizioni europee e materie prime locali. Furono gli immigrati scozzesi e irlandesi a portare le tecniche di distillazione nel Nuovo Mondo tra il XVII e il XVIII secolo, adattandole agli ingredienti disponibili, come il mais e la segale.
Materie prime: i Whiskey americani vengono prodotti con mais, segale e, in misura minore, con orzo maltato.
Distillazione: per i Whiskey americani la distillazione avviene in column still, ovvero alambicchi a colonna, più efficienti e più adatti alla produzione su larga scala rispetto agli altri alambicchi.
Invecchiamento: i Whiskey americani sono solitamente lasciati invecchiare in botti nuove di rovere bianco tostato, che conferiscono al distillato i caratteristici sentori di vaniglia e caramello.
Tra tutti i Whiskey Americani, è doveroso fare delle specifiche. Partiamo dal Bourbon Whiskey, prodotto principalmente in Kentucky e ottenuto da almeno il 51% di mais, viene invecchiato in botti nuove di rovere bianco. Altra rinomata tipologia è quella del Tennessee Whiskey, come il celebre Jack Daniel's, che segue regole simili al Bourbon, ma include il Lincoln County Process, un filtraggio con carbone di legno d’acero che ammorbidisce ulteriormente il distillato.
Il Corn Whiskey, invece, contenente almeno l’80% di mais, è meno invecchiato rispetto al Bourbon e conserva un gusto più dolce e semplice. Da ultimo, il Rye Whiskey, prodotto con almeno il 51% di segale, è noto per le sue note speziate e il carattere deciso. Tra i più celebri produttori, oltre al già citato Jack Daniel's, ci sono Maker's Mark e Wild Turkey (Kentucky), noti per il loro Bourbon, e Bulleit per il Rye Whiskey. Distillerie storiche come Buffalo Trace e Woodford Reserve continuano a definire gli standard del settore, unendo innovazione e rispetto per la tradizione.

Come scegliere il Whisky giusto?
Dopo l’excursus generico, non potevano mancare alcuni suggerimenti per una guida all’acquisto consapevole. Whisky americano, irlandese o scozzese? D’accordo, la domanda principale è questa, ma come scegliere il miglior Whisky per iniziare? Quali sono le fasce di prezzo? E ancora, quali sono le occasioni d’uso e gli abbinamenti gastronomici? Insomma, qualche consiglio sia per i principianti che per i più esperti, non fa mai male.
Fasce di prezzo - partendo dal prezzo, potremmo dire che la prima fascia si aggira sui 30-40€, la fascia media va dai 40 agli 80€, mentre oltre gli 80€ iniziamo a parlare di distillati speciali e bottiglie pregiate.
Ogni Whisky, la sua occasione - se per una serata tranquilla tra amici o per rilassarsi dopo cena potremmo indicarvi uno Scotch Blended, certamente un Irish Whiskey lo troverete ottimo per l’aperitivo o da utilizzare per un cocktail party, mentre un American Whiskey è perfetto per accompagnare il barbecue e le pietanze affumicate.
Abbinamenti Gastronomici - è sicuramente più immediato trovare un buon abbinamento gastronomico quando si parla di vini, ma anche i Whisky possono facilmente essere buoni amici della tavola. Uno Scotch Whisky torbato, per esempio, sarò ottimo insieme con formaggi stagionati o salmone affumicato, mentre un Irish Whiskey lo troverete perfetto con cioccolato fondente o dessert alla vaniglia, e infine un Bourbon sarà da sposare insieme alla carne alla brace o con i dolci al caramello.
Consigli per principianti - per concludere con qualche altro utile consiglio sparso, ricordiamo che in generale i Whiskey Americani tendono ad avere un grado alcolico più elevato rispetto agli Irish Whisky, mentre i Whisky scozzesi sono tra i più costosi, perché subiscono un lungo invecchiamento e vengono prodotti con metodi tradizionali. Quanto alla scelta del bicchiere, il più indicato è quello a tulipano, utile a catturare i sentori e a osservare il colore, nonché ottimo per apprezzare le sfumature organolettiche.
In conclusione - insomma, paragonare Whisky Americano, Irlandese e Scozzese non significa stabilire un vincitore assoluto, ma trovare quello che meglio si adatta al gusto di ognuno. Il suggerimento è quello di iniziare con le tipologie più accessibili, per poi arrivare a esplorare sapori complessi come quelli dei Whisky torbati o dei Single Malt pregiati, proseguendo poi di conseguenza in un viaggio sensoriale unico nel suo genere.