Prosecco Millesimato: quando un’annata racconta una storia
C’è chi pensa che il Prosecco sia solo un vino da aperitivo, leggero e immediato. Poi c’è il Prosecco Millesimato — che cambia le carte in tavola.
Non è come gli altri. Non è un assemblaggio di più annate per mantenere uno stile costante. È il contrario: è un vino che ferma il tempo, che racconta com’è stato un anno particolare, una vendemmia speciale, un’emozione che non si ripete ogni volta.
E sì, esiste davvero: nonostante molti lo ignorino, il Prosecco Millesimato c’è, e quando è fatto bene, può stupire.
Cosa vuol dire “millesimato” per un Prosecco?
Semplice: vuol dire che almeno l’85% delle uve viene da una sola vendemmia, e quell’annata deve essere indicata in etichetta. Non si può fare un millesimato tutti gli anni: solo quando le condizioni sono giuste, quando le uve raggiungono una maturazione perfetta, con equilibrio tra acidità, zuccheri e profumi.
Non è marketing. È rispetto del ciclo della vite.
E non è nemmeno una moda. Lo fanno da sempre in Champagne, ovviamente. Ma anche qui, tra le colline di Conegliano e Valdobbiadene, c’è chi sceglie di fare così: bottiglie uniche, limitate, che raccontano un anno specifico.
Un Prosecco come lo Champagne?
Dipende. La maggior parte dei millesimati usa il metodo Charmat, come tutti i Prosecco: seconda fermentazione in autoclave, per esaltare freschezza e aromi primari (pera, fiori, agrumi). Ma c’è chi, per dare più struttura e longevità, sceglie il metodo classico — la stessa tecnica dello Champagne, con la rifermentazione in bottiglia.
È un processo più lungo, più costoso. Ma il risultato è un vino diverso: con un perlage più fine, una cremosità che avvolge il palato, e note di crosta di pane, mandorla tostata, un accenno di miele. Non è più solo “fresco e beverino”. È un vino che sta in bocca, che lascia il segno.
E sì, ci sono: da Valdo, da Bisol, da piccole cantine artigianali che lavorano pochi ettari con ossessione per la qualità.
Allora, vale la pena sceglierlo?
Dipende da cosa cerchi.
Se vuoi un calice per lo spritz a mezzogiorno, va benissimo un buon Prosecco DOC. Ma se stai cercando qualcosa di più, qualcosa che abbia carattere, profondità, una storia da raccontare, allora il millesimato è la scelta giusta.
È il vino da mettere in tavola con un risotto ai funghi porcini, con un carpaccio di pesce crudo, con un formaggio di media stagionatura. È il vino che non passa inosservato, anche tra chi pensa di non amare lo spumante.
E spesso, è anche un regalo intelligente: elegante senza essere ostentato, riconoscibile per chi lo capisce, ma accessibile a chi vuole imparare.
Qualche consiglio da chi lo beve da anni
Non tutti i millesimati sono uguali. E non tutte le annate sono da record.
Negli ultimi anni, il 2021 è stato un’annata solida, con uve sane e buona concentrazione. Il 2022, più caldo, ha dato vini più morbidi, con alcol leggermente più alto. Il 2020? Più fresco, più acido — perfetto per chi ama i profumi delicati e la bevibilità immediata.
Tra le etichette che seguiamo con attenzione:
- Bisol “Crede” 2021, equilibrato, con un naso pulito e un finale sapido.
- Andreola “Storica” Millesimato, da uve Rive, dove il terroir si sente forte.
- Valdo Jérôme Brut Nature, metodo classico, zero zuccheri aggiunti: per chi cerca purezza.
- E ovviamente, il Bortolomiol Cartizze Millesimato, quando lo fanno: un vino raro, intenso, che invecchia bene.
Dove trovarlo?
Noi di Tannico lo selezioniamo con cura. Non mettiamo online ogni bottiglia che ci propongono. Cerchiamo chi ha un progetto vero, non solo una bottiglia da vendere.
E quando trovi un millesimato qui, puoi stare tranquillo: è stato controllato, conservato bene, e arriverà a casa tua come se lo avessi preso direttamente in cantina.