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Muni - Daniele Piccinin

Daniele Piccinin e Muni, Muni e Daniele Piccinin: due nomi che concettualmente potrebbero per alcuni aspetti quasi essere sinonimi. Sì, perché la storia della cantina Muni coincide in parte con quella che è la storia di Daniele Piccinin e della sua famiglia. Una storia fatta di rinnovamenti e di cambiamenti, che comprendono in primis un ritorno alla terra e un ritorno in particolare a un vitigno autoctono: quello della durella. Daniele nasce professionalmente come cuoco, quando a soli 19 anni aprì il suo ristorante. Poi arriva il colpo di fulmine con il vini, assaggiando un Recioto di Angiolino Maule: da lì la decisione di lasciare il ristorante, tornare alla terra e fondare nel contempo VinNatur insieme allo stesso Maule.

La filosofia con cui è nata l’azienda Muni si basa su un approccio produttivo prettamente artigianale, che non vuol dire affatto che i vini nascano spontaneamente, bensì che prendono forma tramite un processo in cui si riuniscono trasformazioni e pratiche controllate dalla mano dell’uomo. Ci troviamo a San Giovanni Ilarione, in provincia di Verona, ai piedi dei Monti Lessini: è qui dove si incontra l’azienda vitivinicola Muni di Daniele, che può contare attualmente su circa sette ettari vitati. Su suoli prevalentemente calcarei e argillosi, a un’altitudine che va dai 300 ai 500 metri sul livello del mare, le viti sono coltivate rispettando al massimo quello che è l’equilibrio dell’ambiente, della natura, della biodiversità e dell’ecosistema.

Dalla vigna alla cantina il passo è breve, e la stessa filosofia adottata tra i filari, volta al minimo intervento della mano umana, la ritroviamo in fase di lavorazione dei grappoli. Le uve di durella si traducono quindi in vini sia fermi che spumanti metodo classico, per regalare al calice il racconto fedele del territorio da cui provengono, con uno sguardo allo modernità, che in Veneto risponde ai nomi di Pinot Grigio. Etichette autentiche e uniche, capaci di coinvolgere ed emozionare come poche altre.