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Château d'Issan

La storia dello Château d’Issan si snoda attraverso diversi proprietari, che hanno acquisito il possesso della tenuta tramite eredità e matrimoni. All’origine della sua storia, lo Château era ricompreso all’interno di un territorio feudale, quello di La Mothe-Cantenac, dal nome del villaggio – per l’appunto Cantenac – in cui si trovava. Nel corso dei secoli più recenti, un momento fondamentale fu senza dubbio rappresentato dal 1855, anno in cui la tenuta venne classificata come 3éme Grand Cru Classè nell’elenco redatto all’Esposizione Universale di Parigi, voluto espressamente da Napoleone III Imperatore di Francia, per stilare un quadro quanto più preciso della produzione vinicola di Bordeaux. Tra le due guerre mondiali del ventesimo secolo lo Château subì un momento di crisi, e cadde in rovina; fortunatamente, dopo qualche anno dalla fine del secondo conflitto bellico, la famiglia Cruse riportò la tenuta agli antichi splendori, per giungere sino a oggi, dove la partnership suggellata con la famiglia Lorenzetti – già proprietaria di altri Château nel bordolese – la proietta verso un futuro radioso.
Château d’Issan si sviluppa oggi su 59 ettari di terreno, che si snodano all’interno di tre diverse AOC: Margaux, Haut-Médoc e Bordeaux. Il clima in queste zone è temperato, grazie alla vicinanza con il mare e con l’estuario della Gironda, e il terroir si caratterizza per essere composto prevalentemente da ghiaia drenante, che contribuisce a forzare le radici delle viti - la cui età si aggira intorno ai 35 anni - in profondità. Sia in vigna che in cantina ogni operazione viene svolta col massimo dell’attenzione, avendo cura di non vanificare ciò che la natura ha consegnato durante l’annata.
Dalle mura dello Château d’Issan, oltre al celebre Margaux Grand Cru Classé, escono anche “Blason d’Issan”, “Moulin d’Issan” e l’“Haut-Medoc d’Issan”. Etichette che uniscono profumi e sensazioni uniche, che conquistano non solo i palati degli appassionati di tutto il mondo, ma anche i principali critici di settore, in primis Robert Parker.