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Ceraudo

"Settant’anni e non sentirli. Potremmo iniziare così il racconto della storia dell’Azienda Agricola Ceraudo, nata per mano di Roberto Ceraudo ormai poco meno di cinquant’anni fa, nel 1973 esattamente.
Dopo aver acquistato la tenuta, in passato appartenuta prima ai Principi Campitello e Pignatello e poi ai Baroni Giunti, lo stesso Roberto Ceraudo diede subito il via all’impianto dei primi vigneti, che andarono ad affiancare i già presenti ulivi secolari. Oggi, su una superficie complessiva di sessanta ettari, circa venti ettari sono condotti a vigneto, ma soprattutto è da quel lontano 1973 che l’azienda viene gestita in maniera integralista e senza scendere a compromessi, come ci dice sempre Roberto Ceraudo: “sin dall’inizio, ho intrapreso una strada nuova alquanto rischiosa, essendo stato tra i primi in Calabria ad applicare l’agricoltura biologica”.
Tra i filari, quindi, è massimo il rispetto per l’ambiente, per la natura, per l’ecosistema e per la biodiversità, non sono impiegati prodotti chimici, e ogni scelta agronomica è ponderata, razionale e oculata. Distesi su pendii collinari che dolcemente degradano fino ad arrivare a pochi chilometri dal mare, i vigneti aziendali contano nella zona più alta le varietà a bacca bianca di chardonnay, greco bianco, mantonico e pecorello, mentre nell’areale appena più in basso si trovano le uve di gaglioppo, cabernet sauvignon e magliocco.
In cantina, ogni fase produttiva è gestita direttamente, e ogni anno la produzione media si attesta sulle 70mila bottiglie. Grazie anche all’attenta consulenza enologica di Fabrizio Ciuffoli, l’impostazione è volta a esaltare le peculiarità di frutto e territorio, facendo ricorso il minimo possibile agli interventi artificiali.
È così che dalle terre di Strongoli, in provincia di Crotone, ci arrivano etichette che rispondono ai nomi di “Doro bè”, “Petelia”, “Nanà”, “Dattilo”, “Grisara”, “Imyr” e “Grayasusi”. Vini in cui vive l’anima del sempre giovane settantenne - per ricollegarci all’incipit - Roberto Ceraudo, ma allo stesso tempo vini che raccontano tutto l’impegno dei tre figli dello stesso Roberto Ceraudo, ovvero Giuseppe, Susy e Caterina, che proseguendo sulla strada intrapresa dal padre, danno oggi il loro contributo fondamentale nella gestione di quella che è diventata una delle realtà vitivinicole più importanti di tutta la Calabria e non solo.
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