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Erbaluce di Caluso

Pur se all’ombra dei più famosi Barolo e Barbaresco, il vino Erbaluce di Caluso è uno dei vini bianchi piemontesi di maggiore spessore. Negli ultimi anni si è fatto sempre più strada in un territorio tradizionalmente vocato alla produzione di rossi. Vino bianco elegante, raffinato nei profumi e sapido ha un elevato potenziale di invecchiamento, ma richiede altrettante cura e attenzioni per coltivarlo.
Le sue caratteristiche sono strettamente legate al terroir di cui è figlio, il vitigno da cui si produce cresce infatti sulle colline intorno a Caluso, nella zona del Canavese tra le province di Torino, Biella e Vercelli.
Un tempo l’area era circoscritta alle sponde di un lago, dove si praticavano antichi riti propiziatori per ringraziare gli Dei. E proprio nell’inesorabile tramandarsi di antiche leggende va ricercata l’origine del nome, che nello specifico risale alla romantica favola della ninfa Albaluce, la bellissima figlia del Sole e dell’Alba, adorata da tutti gli abitanti del luogo che per ingraziarsela offrivano doni e sacrifici di vario tipo. Per rimediare a un lungo periodo di carestia, furono però costretti a prosciugare il lago e a deviare il corso delle acque, provocando danni ingenti a tutte le popolazioni che vi abitavano intorno. Albaluce ne fu così addolorata che pianse per giorni interi, al punto che le sue lacrime penetrarono nel terreno e diedero vita a tralci di vite. Così nasceva l’uva Erbaluce.

A darci le prime notizie del vino Erbaluce è nel 1600 un grande appassionato di vini come Giovan Battista Croce, gioielliere di Carlo Emanuele II, che lo menziona nel suo trattato, “Della eccellenza e diversità de i vini, che nella montagna di Torino si fanno”, con queste parole: «Erbalus è uva bianca così detta, come Albaluce, perché biancheggiando risplende: fa li grani rotondi, folti e copiosi, ha il guscio, o sia scorsa dura: matura diviene rostita, e colorita, e si mantiene in su la pianta assai: è buona da mangiare, e a questo fine si conserva: fa li vini buoni e stomacali». Se è vero secondo alcuni studi che lo troviamo citato anche in latino con l’espressione “alba lux”, allora è possibile che siano stati i Romani duemila anni fa a portarlo in queste terre formate dallo spostamento dei ghiacciai e perfette per la sua coltivazione, riparate a nord dai venti freddi, con un ottimo sbalzo termico, soleggiate e costituite da rocce che conferiscono al vino le sue tipiche note di mineralità.
Di colore giallo paglierino con il riposo in bottiglia il vino Erbaluce può assumere riflessi rosati e ramati; al naso offre un bouquet delicato con note fruttate e floreali di mandorle, tiglio, pera, litchi, biancospino, ananas e banana.
Con la denominazione Erbaluce di Caluso Docg si indicano tutti i vini bianchi prodotti a partire dal vitigno omonimo in purezza; vi rientrano la versione secca Erbaluce di Caluso, lo spumante, il Caluso passito e il passito gran riserva. Le tecniche affinate dai produttori di Erbaluce in secoli di arte enologica prevedono per il passito un affinamento di almeno 36 mesi che diventano 48 per la tipologia gran riserva.
L’Erbaluce di Caluso spumante invece deve essere prodotto esclusivamente con il metodo classico e prevede una seconda fermentazione in bottiglia con una passaggio sui lieviti di minimo 15 mesi.
Il vino Erbaluce si accompagna bene sia a portate da aperitivo che a piatti da pranzo o cena; nella sua versione secca è perfetto da sorseggiare con piatti delicati a base di pesce o carne, spaghetti alle vongole, carbonara e crostacei, ma anche frittate di verdure; l’Erbaluce spumante invece è ideale se abbinato a antipasti e piatti di pesce come carpaccio di trota e tartare di coregone, mentre i formaggi come il Castelmagno e la piccola pasticceria (amaretti, baci di dama) si combinano splendidamente con il passito.
Cosa aspetti? Nella nostra selezione di vini in vendita online potrai trovare il miglior Erbaluce di Caluso in commercio, spaziando tra i diversi produttori di questo prezioso e unico bianco piemontese: dalla tradizione della storica cantina Orsolani alla varietà della più moderna La Masera.

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