Strada del Vino Dogliani: Itinerari nelle Langhe tra storia, cultura e degustazioni

In meno di 30 chilometri la strada del Vino Dogliani abbraccia paesaggi mutevoli e rasserenanti. Il percorso si snoda tra piccoli borghi e scenari immutati, con scorci che si allungano sulla campagna ondulata e sui vigneti, fino a incontrare la maestosità delle Alpi. Si parte da Verduno, centro apripista, che regala una spettacolare vista sulle valli circostanti dal suo Belvedere. Questa è terra di Barolo, ma anche di Verduno Pelaverga DOC, un vino “antico” e per intenditori, dai sentori floreali e fruttati con note di spezie. Proseguendo verso Sud si arriva a La Morra, piccolo borgo sulla sommità di una collina, la cui fama è diventata planetaria grazie alla produzione di Barolo, ma anche di Nebbiolo. Il paese merita una sosta per lo straordinario panorama che si gode da piazza Castello, dove è ospitato il Museo del Cavatappi, e, restando in tema, anche per la Cappella del Barolo (o delle Brunate), una chiesetta restaurata con colori vivacissimi dagli artisti Sol Le Witt e David Tremlett nel 1999.
Lungo la provinciale, l’arte è il filo conduttore che porta alla frazione di Vergne, borgo abbellito da numerosi murales che ornano i muri delle case, “illustrando” i mestieri di chi vi abita. Novello e Monchiero, le successive tappe, sono due centri con meno di mille abitanti arroccati su pittoresche alture. A Novello, ricco di architetture barocche, si accede dalla porta medioevale, accanto alla chiesa di San Michele Arcangelo, mentre il castello sulla rocca domina la valle con vista sui paesi limitrofi e sul fiume Tanaro. Anche Novello, ovviamente, è zona di produzioni vinicole e di degustazioni: al Barolo si aggiungono Nebbiolo, Dolcetto d’Alba, Langhe Nebbiolo e i bianchi, come Pinot Bianco, Arneis e Nascetta, prodotto da un vitigno autoctono, senza dimenticare la Branda Novello, la grappa di vinacce locali. La penultima tappa è Monchiero, il cui abitato moderno digrada a fondo valle verso il Tanaro. Dell’antico borgo di Monchiero Alto, posto sul colle in ottima posizione, rimane poco, ma il Santuario della Madonna del Rosario merita una sosta.
Dogliani, la capitale delle Langhe sud-occidentali
Dogliani, traguardo dell'itinerario, si trova nelle Langhe meridionali, caratterizzate da un clima fresco, influenzato dal vicino Appennino ligure e dalle Alpi marittime, e particolarmente congeniale alle vigne del suo Dolcetto, che temono il caldo. Il paese è diviso in due zone: Borgo, a fondovalle accanto al torrente Rea, e Castello, posto su un’altura che domina la valle. L’aspetto odierno, però, si deve alla mano di Giovanni Battista Schellino, architetto doglianese del XIX secolo che, con il suo estro, ne ha reso inconfondibili costruzioni e monumenti. In questa che è riconosciuta come la capitale delle Langhe sud-occidentali si produce un vino unico, il Dolcetto di Dogliani, apprezzato e vinificato anche dal presidente della Repubblica Luigi Einaudi, originario di qui. Questo vino dal colore rosso rubino e dai riflessi violacei ha sentori di fiori e frutta, come mora e ciliegia selvatica, e un sapore secco e armonico, dalla moderata acidità; caratteristiche che lo rendono adatto ad abbinamenti con carni e salumi, ma anche ai risotti e ai primi a base di sughi robusti.
Preservare un nettare unico, quello del Dolcetto
Il Dolcetto, riconosciuto come DOC fin dal 1974, è diventato DOCG nel 2005 ed è regolato da un rigoroso disciplinare, aggiornato nel 2011, che ne distingue due tipologie: il Dogliani DOCG e il Dogliani Superiore DOCG, diversamente invecchiato e affinato. Sosta obbligata, quindi, alla Bottega del Vino, il consorzio di produttori di vino Dogliani, la cui sede è una suggestiva struttura del Cinquecento, un ex-convento carmelitano situato in piazza San Paolo, accanto al Comune e alla chiesa dei SS. Quirico e Paolo. La Bottega è nata nel 1984 con lo scopo di tutelare e promuovere il Dolcetto, ma anche di valorizzare il territorio e rafforzare l’immagine dei produttori di Dogliani a livello nazionale e internazionale. Gli imprenditori vitivinicoli affiliati hanno ormai superato la quarantina e tra i tanti si possono nominare i Poderi Luigi Einaudi, Ca’ Neuva, Cantina Clavesana, Boschis Francesco, Marziano Abbona e Le Viti.
Dolci Langhe: itinerari del vino
Gli itinerari nelle Langhe possono essere molteplici e poiché, come scriveva Cesare Pavese, questa “è una terra che attende e non dice parola”, per via del suo connubio tra storia e tradizioni, è sempre piacevole visitarla. Il suo territorio, compreso tra le provincie di Cuneo e Asti, è diventato patrimonio UNESCO nel 2014, quando il paesaggio plasmato dall’uomo e il suo sistema produttivo sono stati riconosciuti come un unicum. Tutta la zona, dolcemente collinare e ricca di vigneti e coltivazioni, si caratterizza per una notevole varietà enogastronomica, tanto da divenire meta di turismo e degustazioni. Oltre ai vini citati, spiccano anche le coltivazioni pregiate, come nocciole e frutta, la produzione di tartufi bianchi, di formaggi, salumi e carni, e l'allevamento di bovini di razza piemontese.