Qual è la differenza tra vini biologici, naturali e biodinamici?

Di Redazione

Qual è la differenza tra vini biologici e naturali? I vini biodinamici che caratteristiche hanno? Il vino senza solfiti da cosa è contraddistinto? Qual è la differenza tra vino biologico e biodinamico?

Chissà quante volte vi sarete fatti queste domande, certamente legittime, a maggior ragione in un momento storico in cui il mondo del vino sta sempre di più adottando pratiche sostenibili, nel rispetto di un’etica ambientale, nell’ottica di un ritorno alle tradizioni e ponendo una particolare attenzione alla qualità. Ma quando è che un vino si può definire sostenibile?

Per definizione, un vino può essere considerato sostenibile nel momento in cui la produzione viene gestita al fine di preservare le risorse naturali, riducendo al minimo l’inquinamento e gli impatti negativi sull’ambiente, tutelando la biodiversità e garantendo condizioni di lavoro eque per i lavoratori.

Il vino biologico: definizione e normative

Un vino biologico può essere considerato tale nel momento in cui è ottenuto da uve 100% biologiche - coltivate senza nessun impiego di prodotti chimici e di sintesi - e se viene vinificato impiegando un minimo quantitativo di solfiti, nonché prodotti enologici specifici.

Il vino biologico è regolamentato da normative europee che ne stabiliscono con esattezza le pratiche di coltivazione e di vinificazione. Per ottenere la certificazione biologica è necessario rispettare rigidi standard e adottare tecniche produttive sostenibili tanto tra i filari quanto in cantina. L'agricoltura biologica ripone grande attenzione alla biodiversità, promuovendo un ecosistema sano e bilanciato all'interno del vigneto.

Il vino naturale: filosofia e pratiche

I vini naturali cosa sono? Quando si parla di vini naturali, si fa riferimento più a una filosofia che a una certificazione ufficiale. Quali sono i vini naturali, quindi? Si tratta di vini prodotti con il minimo intervento artificiale possibile, sia in vigna che in cantina.

I produttori naturali evitano l’uso di pesticidi e di fertilizzanti chimici, prediligono i lieviti indigeni per la fermentazione e riducono o addirittura eliminano del tutto i solfiti. Questo approccio, che vede una vinificazione naturale, consente al vino di esprimere in modo autentico e senza filtri, il terroir e le caratteristiche del vitigno.

Tra i pionieri dei vini naturali troviamo Angiolino Maule e l’associazione VinNatur e Frank Cornelissen, noto per i suoi vini dell’Etna. Anche il movimento Triple A promuove vini naturali, selezionando produttori che rispettano rigorosi criteri di qualità e autenticità.


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Il vino biodinamico: principi e metodi

Il vino biodinamico si basa sui dettami di Rudolf Steiner, fondatore dell’agricoltura biodinamica. Questo approccio considera il vigneto come un organismo vivente e utilizza pratiche specifiche come il calendario lunare e i preparati biodinamici per migliorare la fertilità del suolo. Tra questi, il

Preparato 500, noto anche come corno letame, è simbolo della biodinamica, insieme ai corni di quarzo. In vinificazione, la biodinamica adotta molte tecniche uguali a quelle impiegate per la produzione dei vini naturali, spesso eliminando i solfiti e utilizzando solo lieviti indigeni.

Produttori come Elisabetta Foradori e Nicolas Joly sono esempi di eccellenza nel mondo biodinamico, testimoni del fatto che le pratiche biodinamiche possono dare vita a vini complessi e rispettosi dell’ambiente nel contempo.

Certificazioni, controlli e differenze produttive

Mentre i vini biologici hanno una certificazione riconosciuta a livello europeo, i vini biodinamici possono ottenere il marchio Demeter, che attesta il rispetto dei principi biodinamici. I vini naturali, invece, non hanno un sistema di certificazione univoco, ma si affidano ad associazioni come VinNatur che garantiscono la qualità e la trasparenza delle etichette.

Nel processo produttivo, la differenza tra vini biologici e vini naturali risiede soprattutto nel grado di intervento artificiale in cantina. I vini biologici seguono regole precise, ma allo stesso tempo prevedono l’uso di additivi naturali e di solfiti, cosa che i vini naturali, al contrario, non fanno, adottando un approccio “zero chimica”, lasciando che la loro evoluzione si sviluppi in modo spontaneo. I vini biodinamici, infine, combinano l’approccio biologico con regole che seguono l’influsso della luna e degli astri, sulla base dei quali sono poi impostati i preparati biodinamici.

Differenze organolettiche, conservazione e invecchiamento

I vini sostenibili si distinguono per profili aromatici unici. I vini biodinamici tendono ad avere una maggiore complessità grazie alla vitalità del suolo e alla biodiversità del vigneto. I vini naturali, invece, offrono sapori autentici e, talvolta, note decise e “rustiche”, dovute all’assenza di solfiti e di additivi.

I vini biologici, infine, sono caratterizzati da un equilibrio tra modernità e tradizione, con un’attenzione alla freschezza e alla qualità.
Un aspetto critico dei vini naturali è la loro sensibilità all’ossidazione, soprattutto in assenza di solfiti. Al contrario, i vini biologici e biodinamici tendono a essere più stabili, grazie a un bilanciamento tra tecniche naturali e modernità.

Pro e contro

- Vini biologici:

pro: certificazione affidabile, sostenibilità.

contro: qualità variabile tra i produttori.

- Vini naturali:

pro: autenticità e carattere unico

contro: imprevedibilità e stabilità limitata.

- Vini biodinamici:

pro: complessità aromatica, rispetto per il ciclo naturale

contro: minor accessibilità e costi elevati.

Scegliere tra un vino biologico, naturale o biodinamico dipende certamente dalle preferenze personali e dall’occasione. Ogni approccio ha il suo fascino unico, ma tutti condividono l’obiettivo di avvicinare il consumatore alla natura e al territorio. Tenere a mente i principi produttivi di ciascuna tipologia, certamente sarà utile per orientarsi in un mercato che propone tante soluzioni.