Riserva del Fondatore: storia della perla di casa Ferrari

Le bugie, se dette a fin di bene, non fanno male a nessuno. Quella della Riserva del Fondatore non è nemmeno la storia di una bugia, ma di una innocua omissione, che alla fine ha portato tanto bene, a tante persone.
La storia inizia nel 1972, nelle Cantine Ferrari di Trento. I protagonisti sono tre fratelli, Mauro, Franco e Gino Lunelli. Ovvero i figli di quel Bruno Lunelli, enologo proprietario di una cantina a Trento, che nel ‘52 aveva ereditato la prestigiosa Maison perché il suo fondatore, Giulio Ferrari, non aveva figli. E giustamente non voleva che il grande nome di Ferrari finisse con lui.
Insomma, a partire dal 1970 circa, i tre Lunelli prendono in mano l’azienda ormai del padre e cominciano a rinnovarla, a nutrirla di grandi idee per il futuro. Fra queste grandi idee probabilmente non è contemplata quella di una bollicina invecchiata, ma la cosa non ferma di certo l’intuizione di Mauro.

Un bel giorno del 1972, il terzo Lunelli mette al sicuro qualche migliaio di millesimati, 100% Chardonnay, e poi aspetta. Il tutto, all’oscuro dei fratelli, ignari che una partita di millesimi stia scampando alla vendita. Avanti veloce fino a otto anni dopo, quando, allo scoccare del 1980, Mauro apre la cantina dei tesori, stappa le bottiglie messe da parte anni prima e le fa assaggiare a Franco e Gino: è festa. Dopo quasi 10 anni sui lieviti, l’armonia raggiunta dal sorso è incredibile. In tutto questo tempo, il lievito ha accompagnato il frutto e ne ha arrotondato l’acidità.
Nasce così nell’entusiasmo generale il Riserva del Fondatore, chiamato così in onore dell’uomo che per primo ha creduto nel loro padre. Da allora il Giulio Ferrari si è perfezionato fino a raggiungere un livello che ormai non riguarda più soltanto l’enologia ma prende in causa la filosofia. Costante imprescindibile da allora: il vigneto di Maso Pianizza, i cui 12 ettari a un'altezza di 500 metri sul livello del mare sono gli unici a poter diventare bollicine del Giulio.
Sotto l’ala esperta dell’enologo Ruben Laurentis, oggi il Giulio Ferrari sfoggia annate magiche, una bollicina che non ha da invidiare niente a nessuno. Benché l’esperienza dei Lunelli con gli anni si sia poi allargata fino alla Toscana e all’Umbria, ogni singola bollicina del Giulio Ferrari rimane figlia della tenuta Margon, in Trentino. E tale rimarrà finché esiste la Riserva del Fondatore.