La vite: storia, caratteristiche e varietà di una pianta antichissima

La vite è una pianta che da lunghissimo tempo è in stretta connessione con la vita dell’uomo, perché quest’ultimo ha imparato a coltivarla sin dagli albori della sua esistenza. Se le prime tracce di consumazione di acini d’uva e del loro pregiato succo risalgono addirittura all’era preistorica del Neolitico, fu qualche millennio più tardi che gli uomini impararono l’arte della coltivazione della vite, per ricavarne, ieri come oggi, della prelibata uva da tavola e dell’inebriante vino.
I popoli del Medio Oriente e della Mesopotamia, gli antichi Egizi e i Turchi, e poi i Greci, gli Etruschi e i Romani affinarono nel tempo le tecniche di viticoltura. Nel contempo, impararono a perfezionare il procedimento di fermentazione del succo d’uva, dando avvio alla produzione di una grande varietà di vini: una passione senza tempo, che è arrivata fino ai giorni nostri.
Viti europee e viti americane
Tra le tipologie di vite che oggi conosciamo, quella che apprezziamo maggiormente è la Vitis Vinifera, altrimenti detta vite europea, proprio perché è quella che da cui viene ricavato il vino.
Si tratta di una varietà relativamente più recente (esiste sul nostro pianeta da circa un milione di anni, comunque!) rispetto alla varietà più selvatica, conosciuta oggi come vite americana.
Quest’ultima è una specie di vite diversa nell’aspetto e nella qualità dei suoi frutti dalla vite europea e non è adatta alla vinificazione: per questo, la vite da vino è solo la Vitis Vinifera.
Diffusione della vite nel mondo
Le contaminazioni tra i popoli avvenute nel tempo hanno causato eventi rilevanti, che hanno influito in maniera decisiva anche sulle modalità di coltivazione della vite. In particolare, i fiorenti commerci terrestri e marittimi, che hanno caratterizzato gli ultimi millenni della nostra storia, hanno favorito la diffusione di prodotti vinicoli in ogni parte del mondo. Così, anche la coltivazione della vite e la conoscenza dei procedimenti di vinificazione sono diventati patrimonio dei nuovi continenti, come l’America.
Per contro, proprio dal Nuovo Mondo sono arrivate, nei secoli più recenti, delle serie minacce alla sopravvivenza della vite europea: funghi parassiti come l’oidio e la peronospora o insetti fitofagi come la fillossera della vite.
Quest’ultima attacca in maniera implacabile le radici della pianta e proprio per questo motivo oggi, la vite europea viene solitamente innestata su un ceppo di vite americana. Questa, infatti, risulta tutt’oggi immune al parassita e funge, in questo modo, da base per la pianta della Vitis Vinifera, che grazie alla sua collaborazione può continuare come sempre a dare i suoi prelibati frutti.
Com’è fatta una vite
Robusta e contorta, la vite è una pianta rampicante che necessita di un sostegno per elevarsi in altezza, in modo da raggiungere le condizioni ambientali migliori per offrire i propri frutti. Gradisce terreni tendenzialmente asciutti e ben drenati ed è fornita di lunghe radici, capaci di trovare il giusto nutrimento anche a due metri di profondità.
Avvinghiata a paletti di legno o di metallo, nei tradizionali filari che siamo abituati ad ammirare lungo le nostre pianure e colline, la vite si mostra in tutta la sua bellezza con il suo lungo fusto, da cui si dipartono i rami, detti tralci, e i vorticosi viticci.
Sono proprio questi ultimi, con la loro struttura filiforme, a consentire alla pianta di sostenersi e di arrampicarsi verso l’alto, alla ricerca della luce e della temperatura giusta per crescere floridamente, al riparo dal vento.
I grandi pampini, cioè le foglie della vite dalla caratteristica struttura cuoriforme e frastagliata, divise solitamente in tre o cinque lobi, favoriscono la produzione di glucosio, indispensabile per la successiva fermentazione alcolica che trasformerà il mosto in vino. E infine ci sono le infiorescenze: con il placido trascorrere del tempo e la paziente cura del coltivatore, dalle gemme primaverili nascono i fiori e maturano i grappoli d’uva, con i loro preziosi acini.
Dalla gemma alle bacche d'uva
Una volta trascorso il rigido inverno, le gemme spuntano dai tralci e tra le foglioline che germogliano si fanno spazio le infiorescenze a grappolo (allegagione). Durante la crescita, gli acini sfoggiano un vivido colore verde, che pian piano, nel corso della maturazione e precisamente nella stagione estiva, assume il colore caratteristico della varietà d’uva della specifica pianta.
Le bacche d’uva matura sono caratterizzate da una colorazione gialla, blu, rossa o violacea, a seconda della varietà della vite, e vantano una polpa molto succosa e zuccherina, che viene sottoposta più volte a spremitura durante la fase di vinificazione.
Cosa sono i vitigni
Proprio la varietà degli acini è uno degli elementi che caratterizza e distingue i vari vitigni l’uno dall’altro. Ogni vitigno, cioè ogni particolare varietà di vite, ha una sua zona tipica di crescita e viene coltivato secondo tecniche particolari, dando vita a frutti diversi da quelli degli altri vitigni, per grandezza degli acini, forma dei grappoli e periodo di maturazione.