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Un vulcano. Difficile definire in altro modo uno dei protagonisti assoluti non solo del vino trentino ma di tutto il Paese. Una figura, quella di Mario Pojer, straordinariamente eclettica, capace di una curiosità e di un’energia contagiose che lo portano a guardare sempre al futuro con fiducia in un turbinio di nuove idee e progetti. Era il 1975 quando insieme all’amico Fiorentino Sandri decise di fare quello che oggi sembra facile ma che allora rappresentava un vero e proprio salto nel vuoto: iniziare a vinificare 2 ettari di vigna e dare vita a una nuova cantina arrangiandosi con i pochi strumenti a disposizione. Nella testa una sola idea: produrre vini capaci di smarcarsi da quelli che erano più diffusi nella zona grazie a una maggiore qualità, una grande aderenza territoriale, una certa personalità. Il primo fu il Müller Thurgau, immediatamente seguito dallo Chardonnay e dalla tipica Nosiola, a sottolineare una vocazione bianchista che nel tempo avrebbero approfondito come nessuno prima di loro. Sono passati più di quarant’anni e oggi la Pojer & Sandri continua a rappresentare quanto di meglio il territorio della Valle dell’Adige è in grado di esprimere in termini di finezza. I loro vini riescono infatti ad essere sempre saporiti e aggraziati, un connubio tutt’altro che scontato per una gamma di impressionante qualità. Dagli attuali 26 ettari nascono bottiglie molto diverse, ognuna figlia delle peculiarità uniche del vigneto che le vede nascere. Tra i più significativi un posto speciale lo meritano i “Faye” sia nella versione bianca che in quella rossa. Vini che hanno fatto scuola diventando nel tempo veri e propri monumenti del vino trentino, capaci di un’espressività e di una longevità che lascia ogni volta a bocca aperta. Chardonnay e pinot bianco nel primo, cabernet sauvignon, cabernet franc, merlot e lagrein alla base del secondo. Non solo, nel corso del tempo non c’è tipologia che Mario non abbia esplorato con entusiasmo, studiandone le più intime caratteristiche. È così che sono nati, e nel tempo si sono affinati, spumanti di impressionante precisione e vini passiti di sorprendente profondità, prodotti che si affiancano a un’altra delle sue grandi passioni: i distillati. Chissà cosa ci terrà in serbo negli anni a venire. Quello che è certo è che mai come nel caso di Mario Pojer il futuro sembra ancora tutto da scrivere, vignaiolo passionario ed eclettico come pochissimi altri.

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