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La Valle d’Aosta ha tanti vini quante sono le sue vette. Una terra di confine, che custodisce il proprio patrimonio enologico con le unghie e con i denti, strappando alla montagna ogni singola zolla di terra dove coltivare la vite. Una viticoltura eroica quella valdostana, fatta di produttori che non solo sfidano le pendenze dei terreni, ma anche il mercato globale, affermandosi sia fuori regione che oltreconfine. E’ questo il caso della cantina Les Cretes, pluripremiata in Italia e all’estero, a capo della quale c’è Costantino Charrère, un pioniere che ha saputo valorizzare il patrimonio autoctono della regione. Tra i suoi meriti c’è quello di aver dato nuovo impulso alla coltivazione del quasi estinto Fumin, sin dagli anni Novanta, definito da Charrère “un cavallo di razza, austero e complesso, che sa esprimere appieno il territorio”. Un rosso che si sposa perfettamente con la cucina locale, ma non solo (provalo con lo Chateaubriand con salsa bernese), segnato da caratteristici aromi di fumé e spezie. Tra gli altri grandi nomi che hanno esportato con successo la viticoltura della regione c’è la Cave de Morgex et de La Salle, che coltiva vitigni come il prié blanc ad altitudini che sfidano la sopravvivenza stessa della vite. Il loro Vini Estremi, un piacevolissimo bianco da prié blanc, segnato da tonalità citrine e di erba tagliate, rappresenta fedelmente la viticoltura eroica di questa regione. La Valle d’Aosta ha altre sorprese in serbo per te, scoprile tutte con noi.

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