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Sono rossi dai profumi generosi, lontani anni luce per storia e caratteristiche, uniti dalla stessa meravigliosa terra: la Toscana. Il Bolgheri e il Morellino di Scansano sono due grandi denominazioni, che vi offriamo stamane per portarvi in un viaggio tra distese di vigne color smeraldo, che lambiscono quasi la costa tirrenica. I vini di Bolgheri hanno fatto la storia recente dell’enologia italiana, rivoluzionando il settore sul finire degli anni Sessanta, sia per l’utilizzo dei vitigni internazionali (merlot, cabernet franc, cabernet sauvignon, più piccole parti di petit verdot e syrah), talvolta aggiunti al sangiovese, che per l’uso delle piccole botti di rovere francese, le barrique. Si tratta di vini dai profumi molto intensi e dal sorso morbido, abbinabili con le carni rosse e la selvaggina. Un vino imperdibile per tutti gli appassionati di questa denominazione è senza dubbio il Bolgheri DOC “Varvàra” del Castello di Bolgheri, dai profumi di frutti rossi maturi e spezie, che ci ha convinto per la splendida bevibilità. Il Morellino di Scansano è invece un vino tradizionale, prodotto con sangiovese (almeno l’85%) e altri vitigni locali, che ha ottenuto la Doc nel 1978 e la Docg nel 2007. Il suo nome deriva da un clone del sangiovese, chiamato nella zona del grossetano “morellino”, che dà acini scuri e piccoli. Si tratta di un vino di carattere, per certi versi rustico, che col passaggio in legno diventa fine ed elegante, dotato di straordinaria versatilità nell’abbinamento. Un Morellino che ci piace particolarmente è il “Carato” di Erik Banti, che sa di prugna e marasca, che vi suggeriamo di abbinare a un succulento filetto al sangue.

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