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La più nobile e la più talentuosa, non la più diffusa ma certamente la più importante delle varietà italiane, il nebbiolo. Un’uva che in Piemonte porta alla nascita non solo di due dei più grandi vini italiani, il Barolo e il Barbaresco, ma anche del Ghemme, del Gattinara, del Boca, del Carema, denominazioni meno conosciute ma ricche di fascino, tutte da scoprire. Una varietà che affonda le proprie radici nella storia della regione, già nel 1200 se ne possono trovare tracce scritte, ma che conosce il suo momento più importante con la nascita del Barolo. Era la metà dell’Ottocento e grazie alla lungimiranza di Camillo Benso Conte di Cavour nelle colline intorno ad Alba si iniziò ad affinare la produzione di un vino rosso destinato a cambiare le sorti di tutto un territorio. Un vitigno unico, capace di restituire con fedeltà le caratteristiche più intime del territorio in cui viene coltivato. Non è un caso che proprio a Barolo e a Barbaresco sia così radicato il concetto di cru, di vigneto. Ogni appezzamento, con il suo terreno e con il suo microclima, porta infatti con sé alcune peculiarità uniche ed irripetibili. Caratteristiche che è meraviglioso ritrovare nel bicchiere.

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