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Pacelli

Tutto ha avuto inizio quando Francesco Pacelli, avvocato napoletano, eredita alcuni vigneti nella campagna di Malvito, delizioso borgo di origine medievale arroccato su una collina in provincia di Cosenza, in Calabria.
Un luogo ricco di storia e di fascino, che in pochissimi anni vede crescere e svilupparsi una delle realtà vitivinicole più interessanti e dinamiche di tutta l’intera regione calabrese. Francesco Pacelli inizia infatti da subito un percorso per certi versi rivoluzionario, impiantando nuovi vitigni e costruendo una cantina all’avanguardia, portando così una ventata d’aria fresca in un territorio storicamente restio a ogni tipo di spinta innovativa.
Il credere fermamente nelle possibilità di un terroir straordinario e poco sfruttato è stata la caratteristica dominante che ha guidato l’azienda Tenute Pacelli verso l’unico successo sperato: produrre bottiglie dalle caratteristiche uniche e dalla forte personalità.
È così che nascono vini energici, caratterizzati da una certa rusticità e al tempo stesso declinati con un’austera eleganza capace di raccontare tutta la struggente bellezza di uno dei territori del vino meno conosciuti d’Italia.
Sui pendii di una verde collina sono attualmente circa dieci gli ettari vitati di cui la cantina può disporre, impiantati con magliocco dolce, calabrese e greco bianco se si considerano i vitigni autoctoni, ai quali si aggiungono le uve nazionali di sangiovese, trebbiano e barbera, e quelle internazionali di cabernet sauvignon, merlot e syrah. Tra i filari, le norme agronomiche adottate rispondono alle regole dell’agricoltura biologica, per cui è massimo il rispetto dell’equilibrio ambientale e della biodiversità.
In cantina, altrettanto rispettose della materia prima sono le fasi produttive, che nel segno della massima qualità possibile perseguono l’obbiettivo di valorizzare ed esaltare tutto quanto la stagione e il territorio sono stati in grado di esaltare nei grappoli.
Ne conseguono etichette che rispondono ai nomi di “Terra Rossa”, “Pauciuri” e “Tèmeso”, e ancora di “Barone Bianco”, “Zoe” ed “Eos”: vini veri, onesti e sinceri, figli dell’amore per le proprie terre e frutto della più profonda passione per il proprio lavoro.

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