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Linardi

Cirò, Cirò Marina, Crucoli e Melissa: sono questi i quattro comuni calabresi i cui territori rientrano all’interno della zona a denominazione di origine controllata “Cirò”. Una zona in cui la produzione di vino è stata da sempre parte essenziale della vita, per cui ogni famiglia coltivava il proprio vigneto, ricavandone vini in primis per il proprio fabbisogno, ed eventualmente da vendere nel caso di raccolti abbondanti e di stagioni prosperose. Da qui prende il via la storia della cantina Linardi, che comincia a percorrere i primi passi nel 1960, quando Francesco Linardi aprì una piccola attività a Cirò Marina, iniziando a selezionare e a comprare le migliori uve dai tanti piccoli proprietari dei vigneti della zona, ricavandone vini di alta qualità. Nel giro di poco tempo l’azienda di Francesco Linardi riesce a ritagliarsi una bella fetta di mercato, soprattutto nel nord Italia, cosicché nel 1972, lo stesso Francesco sceglie di fondare a Crucoli la “Linardi Casa Vinicola”, costruendo una cantina dotata di tutte le più moderne tecnologie del tempo, al fine di produrre e distribuire i migliori vini della “Cirò” DOC. Oggi, dopo aver portato a termine il percorso di studi presso la Scuola Enologica di Conegliano, in Veneto, è Roberto Linardi, figlio di Francesco, a reggere le redini aziendali. I capisaldi rimangono però quelli delle origini, a partire dalle varietà vitate che si incontrano tra i filari, rigorosamente autoctone: gaglioppo, trebbiano, malvasia, greco bianco e pedilungo. Grappoli che vengono curati con passione e amore, nel pieno rispetto delle più antiche tradizioni locali, così da ottenerne vini di grande pregio. In cantina, accanto alle tradizioni c’è spazio anche per le sperimentazioni, per cui la Casa Vinicola Linardi, nel 1992, è stata la prima a vinificare in bianco le uve nere di gaglioppo, che hanno dato vita al Galiò, etichetta ancora oggi motivo d’orgoglio per l’azienda. Ma le sfide per Roberto Linardi e per la sua impresa non finiscono qui: unendo tradizione a innovazione, l’obiettivo principe rimane quello di valorizzare i vini a denominazione “Cirò”, giorno dopo giorno sempre più apprezzati per quelli che sono realmente, per quella che è la loro peculiarità e per quella che è la loro unicità.