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Guarnera

Era esattamente il 2010, quando Mattia Guarnera pensò di provare a produrre birra sostituendo il luppolo con la canapa. Solamente tre anni più tardi, nel 2013, è nata l’azienda agricola Guarnera, che oltre a coltivare cereali e canapa, ha iniziato a produrre birra sfruttando un piccolo impianto artigianale.
Nel giro di poco tempo, visto l’apprezzamento generale del prodotto e data la sempre più crescente domanda, si è deciso di ampliare il business, cosicché dall’inizio del 2015 il birrificio Guarnera ha trovato una nuova e più idonea e ampia collocazione, presso l’Istituto Penitenziario di Barcaglione di Ancona, dove i detenuti vengono coinvolti nella produzione della birra stessa.
È così che oggi il birrificio propone in totale quattro etichette, le quali traggono origine da materie prime provenienti al 90% dai campi dell’azienda agricola Guarnera. Imbottigliata a mano e realizzata seguendo specifiche e collaudate ricette, la birra Guarnera dimostra di essere una birra totalmente fuori dagli schemi classici, unica, intrigante e stuzzicante.
Dal punto di vista pratico, l’ostacolo più grande non è stato quello di riuscire a sostituire il luppolo con i fiori di canapa, bensì quello di escludere le sostanze stupefacenti dalla canapa stessa. Una volta però individuato il processo (che per inciso ha richiesto ben tre anni di prove e di esperimenti) sono state messe a punto le ricette, le quali nel corso del tempo sono state in seguito ulteriormente affinate e perfezionate.
Ecco allora che abbiamo la Chiara “Canapils”, una doppio malto rifermentata in bottiglia, cremosa e dallo stile trappista, seguita poi dalla Birra “Ambra Electrum”, dal carattere determinato e persistente. La “Bionda Trittica”, invece, in stile belga e ad alta fermentazione, è aromatica e gradevolmente alcolica. Da ultimo, la rossa “Canatrap”, è il cavallo di battaglia del birrificio, color rubino intenso, pronunciata nel gusto e contraddistinta da sentori spiccatamente floreali.